6.5
- Band: AZARATH
- Durata: 00:45:09
- Disponibile dal: 29/06/2011
- Etichetta:
- Witching Hour
- Distributore: Masterpiece
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A due anni di distanza dal precedente e discreto “Praise The Beast”, torna in pista il drummer dei Behemoth Inferno con la sua personale creatura chiamata Azarath. Alcuni cambi di line up hanno fatto si che il nuovo “Blasphemers’ Maledictions” venisse registrato come trio, con il nuovo entrato Necrosodom ad occuparsi contemporaneamente di basso e voce. Detto per inciso, la band ha ora trovato un bassista in pianta stabile nella persona di Piotr Ostrowski (ex Lost Soul). La nuova fatica della belva polacca lascia intravedere la voglia dei ragazzi di provare a fare qualcosa che si sganci leggermente dal death tout court del passato; la strada imboccata parrebbe lastricata di buone intenzioni, anche perché Inferno ha deciso di andare sul sicuro, avvicinando maggiormente gli Azarath ai Behemoth grazie a degli inserti piuttosto evidenti di partiture black, ad un senso dell’epicità mai invadente ma comunque presente in alcuni brani e a delle soluzioni “melodiche” che non possono che ricordare la band madre, ovviamente qui riproposte in maniera più grezza ed ignorante. Parrebbe quindi che, partendo da direzioni diametralmente opposte (gli Azarath dal death, i Behemoth dal black), le due band si siano stilisticamente ritrovate a metà strada. Venendo ai brani veri e propri, questa somiglianza si può riscontrare soprattutto all’interno di “Firebreath Of Blasphemy And Scorn”, “Under The Will Of The Lord” e della conclusiva “Harvester Of Flames”. Soprattutto ne primo brano la componente black è presente ed a tratti addirittura predominante ed il break centrale dalla potente carica melodica riporta ai Behemoth dei tempi d’oro; gli altri due brani sono molto elaborati e carichi di pathos epico che rende il tutto estremamente godibile. Molto buono il finale di “Under The Will Of The Lord”, con un feeling nordico che riporta agli Immortal. Il death torna alla ribalta in “Supreme Reign Of Tiamat” e “The Abjection”, con quest’ultima che gode di discreti solos floridiani. Il resto della track list si barcamena tra black e death, con qualche velleità modernista e groovy non particolarmente riuscita, come nei casi di “Deathstorms Raid The Earth” e “Lucifer’s Rising”. In definitiva questo “Blasphemers’ Maledictions” può essere considerato un lavoro discreto e può essere utile ai fan dei Behemoth per ingannare il tempo in attesa che Nergal abbia voglia e tempo di scrivere nuovo materiale; se sono pronti a passare sopra a del materiale più grezzo e registrato con un sound non all’altezza della situazione, ne potrebbero trarre buona soddisfazione.