7.0
- Band: AZAZEL
- Durata: 00:35:03
- Disponibile dal: 24/09/2021
- Etichetta:
- Primitive Reaction
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Dal 1992, anno di fondazione della band, ad oggi, sugli Azazel si è già scritto parecchio, sia nel bene che nel male, pertanto in questa sede ci concentreremo soprattutto su questo loro terzo (appena) full length album. Dopo ben sei anni di silenzio e qualche cambio nella line-up, il leader Lord Satanachia è forse riuscito a realizzare il miglior lavoro assieme a quel mini d’esordio intitolato “The Night Of Satanachia” del lontano 1996.
Per chi non avesse mai sentito parlare degli Azazel, possiamo dire che sono tra i ‘padri’ del black metal finlandese, quello ‘true’, underground che non ha mai ceduto a mode o cercato di ‘ruffianarsi’ il pubblico ammorbidendo il proprio sound. Pur essendo una release underground fino al midollo, questo “Aegrum Satanas Tecum” ha una registrazione graffiante ed è sufficientemente limpida per poter seguire tutti i singoli strumenti. In passato gli Azazel, diciamolo chiaramente, non hanno mai sfornato dei capolavori, perchè talvolta non basta essere i ‘padri’ di un qualcosa per esserne necessariamente i migliori esponenti. Stavolta però la band é riuscita a bilanciare nel modo giusto un black metal feroce e denso di quella pazzia omicida che troppe band con il passare degli anni hanno perso per strada. Lord Satanachia nei momenti in cui sembra semplicemente impazzire ricorda Aldrahn (Dødheimsgard) di inizio carriera. Sul nuovo lavoro le parti veloci e quelle più lente e cadenzate ci sono sempre, ma stavolta la frenesia killer ha prevalso rispetto ai due full length precedenti e anche la qualità del riffing su “Aegrum Satanas Tecum” è diventata discreta. “Jesus Christ Impotent Rotting Saviour”, ad esempio, è un brano trascinante e figlio indiscusso della tradizione black metal finlandese.
Blasfemi, rozzi e bastardamente underground, un po’ inaspettatamente gli Azazel dimostrano come si possa fare ancora del black metal estremo nel 2021. La copertina del nuovo album é quanto di più scontato ci si possa aspettare da un’opera come questa, ma d’altro canto proprio un disegno simile fa già intendere di cosa ci si debba aspettare dagli Azazel.
Per tutti quelli che avrebbero voluto fermare il tempo e non andare oltre al 1993 per poter preservare il black metal nordico in tutta la sua rozza natura primordiale.