9.0
- Band: BACKYARD BABIES
- Durata: 00:43:00
- Disponibile dal: 03/07/2001
- Etichetta:
- BMG
Spotify:
Apple Music:
Svezia, seconda metà anni ’90. Se pure questa particolare connotazione geografico-temporale è generalmente associata alla nascita del melodic death metal, con i seminali At The Gates e a seguire l’accoppiata Dark Tranquillity – In Flames, è altresì vero che, più o meno negli stessi anni e alle stesse latitudini, torna in auge un genere soppiantato nelle classifiche d’Oltreoceano dall’avvento del grunge prima e del nu-metal poi. Stiamo ovviamente parlando dello sleaze/glam metal, il cui immaginario ‘sex, drugs and rock ‘n roll’ trova una nuova sublimazione in gruppi come Backyard Babies e Hardcore Superstar, capaci di rinverdire i fasti di Motley e Guns, dando il via ad un autentico revival scandinavo negli anni a venire. Formatisi sul finire degli anni ’80, i Babies, dopo l’acerbo “Diesel And Power” e la pausa dovuta all’impegno di Dregen con gli Hellacopters, prendono definitivamente il volo nel 1998 con “Total 13”, autentico gioellino che funge da trampolino di lancio a questo “Making Enemies Is Good”, esordio su major e apice tuttora incontrastato della band di Nässjö. Aperto dalla programmatica intro “I Love To Roll” – Sex! Say what? Drug! Say what? Rock! Say what?, con tanto di sniffata finale -, il disco parte subito in crescendo con “Payback” e “Brand New Hate”, primo singolo incendiario scritto insieme a Ginger dei The Wildhearts, ed accompagnato da un video altrettanto esplosivo. A conferma della maturità acquisita rispetto al pur ottimo predecessore, troviamo poi la prima rock ballad del disco, “Colours”, con tanto di tastiere e temporali in sottofondo, similmente a quanto avviene in “Painkiller”, altro pezzo da brividi in cui sembra quasi di risentire la reazione chimica della coppia Axl-Slash degli anni d’oro. Indimenticabile, almeno per chi ha vissuto l’adolescenza in quegli anni, anche il secondo singolo “The Clash”, con la sua miccia corta di batteria pronta ad esplodere in un ritornello che non fa prigionieri, così come marcate a fuoco nel manuale del perfetto rocker sono “My Demonic Side” e “The Kids Are Right”, due pezzi carburati dal Jack Daniels. Interessante anche l’esperimento di “Ex-Files”, un mid-tempo con qualche accenno elettronico e l’ennesima ottima prova della chitarra solista, mentre le restanti tracce giocano più sul sicuro, correndo veloci secondo la classica formula ‘tre accordi e via’, passando dal punk più scanzonato (“Heaven 2.9”) a quello più ‘incazzato’ (“Too Tough To Make Some Friends”, “Bigger W/A Trigger”), così come avviene anche in “Star Wars”, dove per l’occasione troviamo Dregen dietro al microfono. Purtroppo, dopo aver trovato l’equilibrio perfetto tra sleaze stradaiolo e rock radiofonico, negli anni successivi i Nostri evolveranno verso una formula sempre più edulcorata, annacquando le polveri di una discografia ricca più di compilation che di nuovi album, in attesa di un settimo full-length che dovrebbe vedere la luce nel 2015. Tornando al nostro Bellissimo, nonostante siano passati tredici anni, “Making Enemies Is Good” suona ancora oggi fresco e attuale come e più dei classici del genere, ricordandoci di quando i Babies erano mossi da un genuino, e ancora insaziato, appetito per la distruzione.