7.5
- Band: BACKYARD BABIES
- Durata: 00:38:41
- Disponibile dal: 28/04/2006
- Etichetta:
- Century Media Records
- Distributore: EMI
Spotify:
Apple Music:
Il primo impatto con “People like…” non è dei più facili. Negli anni i Backyard Babies si sono imposti come icone di quel rock n’ roll stradaiolo sporco e cattivo, dall’attitudine punk e dalle sfaccettature glamour, permeati da quell’aria di pericolosità che li rendeva irresistibili e diventava quasi per tutti la caratteristica insostituibile della formazione, vista la carenza di personalità di spicco nel genere. Sembra quasi inspiegabile dunque che la direzione presa dal gruppo sia diversa da quello che tutti si aspettavano e che tutti prevedibilmente avrebbero desiderato. Forse la mano del vecchio amico Nicke Andersson (Hellacopters) che ha prodotto il disco, forse la voglia di cambiare, forse semplicemente la fotografia di quello che sono i Babies nel 2006: “People…” suona ai primi ascolti incredibilmente spompato, ma si rivela in seguito semplicemente e splendidamente sincero. Torna la voglia di melodia e di scrivere canzoni semplici e dirette che è sempre esistita nel passato della band, come negli esordi di Diesel And Power – senza la voglia di scimmiottare i Guns e con chilometri di strada sul curriculum vitae – e ci si trova dinanzi a canzoni che stupiscono grazie alla loro semplicità, ma non si scollano dalla dannata testa una volta fatto il giro nel lettore CD: questo è un disco che può essere suonato tutto di fila e anche un paio di volte tanto è rotondo, modulato, catchy, sfrontato e ammiccante. “People Like People Like People Like Us” è il necessario link a Stockholm Syndrome, poi si parte con le irresistibili “Cockblocker Blues” e “Dysfunctional Professional”, punkish, positive e coinvolgenti (soprattutto sul ritornello della seconda). “We Go A Long Way Back” è un classico della formazione, la melodica “Roads” è la colonna sonora di un assolato viaggio sulla Route 66, “The Mess Age (How Could I Be So Wrong)” il singolo apripista che vi prenderà a calci il didietro… E così via fino alla traccia 12, tra chorus irresistibili e pezzi magari più lenti, ma che conquistano, incursioni di Dregen alla voce, citazioni delle glorie del passato (Kiss, Bon Jovi, Ramones): belle canzoni insomma, e in una confezione davvero orripilante, c’è da sottolineare (molto Hammerfall il retro-cover). Pronti per lo sbarco in America: nel 2006 la corona dello swedish rock ‘n roll torna sulla testa dei Backyard Babies.