8.0
- Band: BACKYARD MORTUARY
- Durata: 00:43:04
- Disponibile dal: 03/06/2013
- Etichetta:
- Blood Harvest
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Ed ecco arrivare dal nulla l’album che non ti aspetti! Infatti questo “Lure Of The Occult” degli australiani Backyard Mortuary è uno di quei disconi di old school death metal sul quale ci si aspetterebbe di trovare il marchio Dark Descent, ovverosia sinonimo di qualità (quasi) assoluta. Invece i Nostri sono patrocinati dalla marcissima Blood Harvest, che in questo caso si “limita” a ristampare il platter, originariamente composto nel 2011. I cinque musicisti coinvolti provengono dalla fertilissima area del Nuovo Galles del Sud ed a vario titolo fanno parte di quella sorta di “inner circle” della scena death doom facente capo ai The Slow Death (dallo stesso calderone sono usciti gli incredibili Murkrat, per dire). Attivi da più di un decennio, i Nostri hanno avuto tutto il tempo di maturare e di fare evolvere l’iniziale death doom nell’attuale death metal incompromissorio, sempre molto legato al downtempo. Sono molti i nomi che vengono alla mente ascoltando “Lure Of The Occult”: dai classici ed immancabili Incantation, Morbid Angel e Grave fino a giungere ai più recenti Dead Congregation ed Acephalix. Musica a grana grossa quindi, tagliata con il machete più che con il bisturi, ma estremamente efficace e contundente. Dopo un’intro ultra doom, eccoci alle prese con “Beyond The Grave”, brano veloce e perversamente a cavallo tra il crushing sound svedese e le bordate floridiane. A fronte di una traccia del genere, più avanti nella tracklist ecco arrivare “Deprivation”, lento e straziante death doom con un flavour mortifero e blacky da infarto. Non mancano spunti clamorosamente thrashy (o sarebbe meglio dire proto-death), come evidenziato da “Macabre Butchery”, estremizzazione del discorso iniziato anni or sono dagli Autopsy. Tutto l’album è guidato dai riff enormi di Dave Thomas e Stuart Prickett (con quest’ultimo che vanta apparizioni live con i Mournful Congregation), siano essi di vaga ascendenza slayeriana come nel caso di “Mortuary”, sia quanto viene esaltata la componente più heavy e doom, come accade a tratti nella conclusiva “Demon’s Blood”, dove peraltro il dotatissimo vocalist Chris Archer sfodera una prestazione da fare invidia al miglior Paul Speckmann. Insomma, “Lure Of The Occult” ad oggi è il disco sorpresa del 2013, che nessun amante del death metal dovrebbe lasciarsi sfuggire. Al solito, pochissima innovazione ma buon gusto ed attitudine ai massimi livelli. Grandissimi.