7.0
- Band: BAD BONES
- Durata: 00:42:43
- Disponibile dal: 23/10/2018
- Etichetta:
- Sliptrick Records
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Ruffiani al punto giusto, genuini quanto basta, i Bad Bones tornano in pista (o meglio, on the road) con il loro quinto album in carriera, il qui presente “High Rollers”. Prodotto (bene) dall’accoppiata Simone Mularoni dei DGM e Roberto Tiranti made in Labyrinth, il nuovo full-length realizzato dal quartetto piemontese trasuda hard rock dalla prima all’ultima traccia: brani più spediti e diretti, come l’opener “American Days” o la grintosa “Midnight Rider”, si alternano ad episodi più sognanti e spensierati (Solitary Fields) sino ad esplodere in veri e propri anthem (Rock’n Me) da cantare a squarciagola per chilometri e per chilometri. Una dose energetica di hard’n’heavy che, come già dimostrato nei lavori precedenti, oltre a prendere spunto dagli antesignani del genere (Ac/Dc, Motley Crue e Thin Lizzy tanto per fare alcuni nomi), porta con sé un target fresco e moderno in grado di coinvolgere in pieno l’ascoltatore dalla prima all’ultima nota. Merito dei nostri quattro ragazzotti che, oltre a confermare le rispettive doti tecniche, riescono a trasmettere in musica, quel senso di appartenenza, di complicità e “fratellanza” già bollato dal marchio definitivo della line-up; la famiglia Bones, da Max a Steve, da Lele a SerJoe. Un po’ come i RAMONES.
Ed è con questa attitudine che i Bad Bones ci fanno salire a bordo della propria Cadillac rossa fiammante pronti per il tellurico inizio che dà il via ad “American Days” su cui il basso di Stefano Balocco detta i tempi di un pezzo dai tratti fulminei e dotato di un refrain più soft e ragionato. E se “Lost Again” richiama in pieno la verve ottantiana a stelle e strisce, la successiva “Wild Rose” aggiorna le sonorità strizzando l’occhio ad un classic rock più grezzo e strafottente. La ruote continuano ad incendiare l’asfalto e ci pensa la cazzuta “Midnight Rider” ad alzare i voltaggi prima che il viaggio si prenda una pausa ‘ristoratrice’ con la ballad “Solitary Fields”, morbida e leggiadra come la vecchia “In These Arms” di Bon Jovi. Pronti via, si riparte anche se in realtà, il freno mano rimane ancora inserito tanto che, alla lunga, “Now Or Never” risulta il pezzo ‘meno’ dell’intero lotto. In soccorso arrivano “Blood Trails”, dai tratti degni delle vecchie hit firmate Axl Rose e compagni, quindi il brano più vintage di “High Rollers”: in poco più di tre minuti “Wolf Town” ci riporta indietro di oltre trent’anni facendoci respirare a pieni polmoni l’aria carismatica e spensierata degli eighties, lanciati speranzosi verso il futuro più glorioso. Ancora una ballad (“Story Of A Broken Bone”) prima del gran finale: semplice, diretta, scanzonata, “Rock’n Me” viaggia dritta per dritta riassumendo il concetto base del rock’n’roll; poche regole, solo passione e voglia di libertà. Come quella sfoggiata a pieno ritmo dai Bad Bones, accompagnati in quest’ultimo brano da Mularoni, Tiranti e Tiziano Spigno, già voce degli Extrema e dei Lucky Bastardz. Se volete una colonna sonora per i vostri viaggi più accattivanti e intimi, “High Rollers” entrerà perfettamente nel vostro stereo.