6.5
- Band: BAD RELIGION
- Durata: 00:38:39
- Disponibile dal: //2007
- Etichetta:
- Epitaph
- Distributore: Self
Introdurre i Bad Religion? Quattordici album con questo, venticinque anni dal primo “How Could Hell Be Any Worse?”, ventisette anni di attività, padrini del punk, del pop-punk, dell’hardcore melodico, del Warped Tour. Una leggenda insomma, se non avete mai sentito parlare di loro avete appena subaffittato il vostro bunker, nel quale vivete isolati da un quarto di secolo, a Bin Laden. Visto che sarete impazienti, si può dire da subito che “New Maps Of Hell” continua il rinascimento artistico iniziato con il ritorno in Epitaph, non perdendo, anzi sottolineando in maniera brillante il loro punto di vista apocalittico, amaro, epico e cinico sulla realtà moderna, con un tocco dark e metaforico. L’incipit è davvero energico in “52 Seconds”, che nel tempo indicato scuote subito con una carica hardcore innegabile, come la “Murder” che arriverà a metà opera. Non si può fare a meno di notare, in tutto l’album, come la cura dei ritornelli sia diventata quasi maniacale: chitarre cariche e batteria galoppante non fanno che lanciarci verso di loro a tutta velocità. Se “New Dark Ages”, “Lost Pilgrim” e “Grains Of Wrath” sono gli episodi meglio riusciti, “Requiem For Dissent” è una buona variazione sul tema classico, mentre il singolo “Honest Goodbye” è uno dei pezzi meno ispirati dell’album. Un felice episodio per chi apprezza la voce di Graffin e il senso armonico di Gurewitz, ma che diventa leggermente pallido nei confronti di episodi leggendari come “Suffer” o solamente solidi come “Process Of Belief”. Resta il fatto che, ad iniettare un po’ di energia nella scena, tocca sempre agli ingrigiti Bad Religion.