
6.5
- Band: BALEFIRE
- Durata: 00:15:00
- Disponibile dal: 31/01/2025
- Etichetta:
- Iron Bonehead Prod.
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Il debutto omonimo dei Balefire segna l’ingresso nel mondo underground di un nuovo progetto guidato da Chuck Sherwood, bassista degli Incantation da una quindicina d’anni. Un EP molto essenziale, con quattro brani, più intro e outro, per appena un quarto d’ora di durata complessiva con cui il gruppo va a presentare la sua personale visione all’interno della corrente death metal di ispirazione satanica.
Il lavoro si distingue subito per un approccio diretto e privo di fronzoli, che richiama chiaramente la cosiddetta vecchia scuola, pur mantenendo una certa identità nella sua esecuzione. Fin dalle prime note, emerge uno stile che privilegia l’impatto emotivo e la spontaneità rispetto alla complessità tecnica, con temi che si dividono tra passaggi più cadenzati e strappi di maggiore intensità. Il gruppo sembra dare il meglio su certi midtempo marziali, dai quali emergono richiami a sonorità ritualistiche e arie torbide tipiche di certo metal occulto anni Novanta, vedi i primi Samael, Beherit o i Belial degli esordi. Queste influenze vengono fuse con un nerbo e una solidità più vicine al death metal dei succitati Incantation, quelli più caliginosi e oltranzisti, per un mix che ribadisce la supremazia del feeling sopra ogni finezza o sovrastruttura, nonostante qua e là il quartetto cerchi di inserire pennellate di atmosfera che arricchiscono l’ascolto, rendendolo un po’ più stratificato di quanto possa apparire a una prima impressione.
Un elemento distintivo dell’EP è la capacità di evocare una sensazione di autenticità senza risultare eccessivamente scontato. La band sembra consapevole delle proprie influenze, ma le utilizza come punto di partenza per costruire un suono particolarmente denso e avvolgente, facendo leva su strutture circolari che in varie circostanze riescono a trasmettere una discreta intensità emotiva.
Come accennato, i brani sono molto brevi e talvolta lasciano una vaga sensazione di irrisolto, con alcune idee che sembrano chiudersi troppo rapidamente, suscitando nell’ascoltatore il desiderio di approfondire e di avere a che fare con qualcosa di più esteso. Un full-length potrebbe offrire lo spazio necessario per approfondire e sviluppare gli spunti intravisti in questo debutto, permettendo di comprendere appieno chi siano i Balefire e quale direzione intendano intraprendere. Per ora, questo primo mini rappresenta un discreto biglietto da visita e un tributo sincero a una oscura tradizione musicale che continua a esercitare il suo fascino.