6.5
- Band: BARBARIAN
- Durata: 00:37:49
- Disponibile dal: 07/06/2019
- Etichetta:
- Hells Headbangers
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Per chi non li conoscesse, i Barbarian sono un terzetto fiorentino dedito alla forma più becera e demolitiva di speed metal vecchia scuola, ricco quindi di tutti quegli arroganti richiami tanto al thrash, quanto al black nella sua entità più primordiale.
Esattamente come i due dischi precedenti, questo “To No God Shall I Kneel” si compone di sole sette tracce, per una durata complessiva di poco inferiore ai quaranta minuti, durante i quali è un gradevole tripudio di violenza, morte ed epicità sanguinolenta a dettare legge. Si parte con una “Obtuse Metal” che si comporta esattamente come vorrebbe il titolo, ovvero in modo ottuso e aggressivo, come ben si addice a una opener di un prodotto di questo genere. L’utilizzo delle melodie non è di certo la prima caratteristica cui si bada al momento di parlare di un album dei Barbarian, ma dobbiamo ammettere che il brano “Birth and Death Of Rish’Ah” è riuscito a sorprenderci anche da quel versante, anche grazie a un retrogusto al limite del battagliero, esattamente come la successiva, seppur nettamente meno convincente, “Hope Annihilator”, la quale, se sostituissimo il timbro di Borys Catelani con una voce più pulita, potrebbe quasi sembrare un estratto dal periodo di fine anni ’80 dei teutonici Running Wild. Nella seconda metà dell’album i brani diventano man mano più lunghi e, nel caso di “Sheep Shall Obey”, quasi procedurali, considerando l’inizio inesorabile e cadenzato, che presto muta in una vera e propria fucilata da collo rotto e spalle fratturate; ciò si mantiene a un livello simile, ma adottando delle soluzioni decisamente più orecchiabili con la riuscitissima “The Beast Is Unleashed”. Per quanto riguarda “The Old Worship Of Pain” sembra quasi di ascoltare una versione più maligna e macabra degli Iron Maiden, prima di una conclusiva titletrack decisamente più oscura e martellante di quanto ci saremmo effettivamente aspettati, trattandosi degli istanti finali di un album che dovrebbe essere un vero e proprio pugno nello stomaco.
Decisamente non mancano i punti a favore, così come le sorprese, in grado potenzialmente di spezzarne la linearità, anche se avremmo forse gradito una migliore costanza in termini di coinvolgimento e punti salienti, così come un maggiore senso di coesione e logica tra i vari passaggi, enfatizzati in questo caso da una produzione rigorosamente vecchia scuola, ma sulla quale si sarebbe potuto lavorare un po’ di più, in modo da rendere il sound più corposo e dirompente all’impatto con l’apparato uditivo dell’ascoltatore. Ciò nonostante, se amate il metallo più grezzo e, per l’appunto, di stampo quasi ‘barbarico’, la musica dei Barbarian farà sicuramente al caso vostro, fosse anche solo per aggiungere un altro nome italiano in mezzo alla sfilza di band simili provenienti da tutto il mondo.