7.0
- Band: BARBARIC HOWLER, COSMIC CONQUEROR
- Durata: 00:16:26
- Disponibile dal: 03/12/2021
- Etichetta:
- Dawnbreed Records
- Evil Eye Productions
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È un biglietto di sola andata per l’Inferno quello consegnatoci dai sedici minuti di “Summoners of Storm”, fra emanazioni luciferine e riverberi che sembrano propagarsi da una tenebra infinita. Uno split rivolto ad appassionati e completisti della scena underground death metal più fosca e spiritualmente deviata, che ricolloca Israele al centro delle mappe dopo i colpi messi a segno da gruppi come Venomous Skeleton, Kever e Deathsiege (senza ovviamente contare i maestri Sonne Adam, autori nell’ormai lontano 2011 del capolavoro “Transformation”), con i quali – guarda caso – i due progetti qui chiamati in causa dimostrano di avere più di un punto di contatto.
Rompono gli indugi i Barbaric Howler, fin dal monicker i più inclini al lato rude e scabro dello spettro death-black, con un paio di tracce dalla produzione sporchissima che evocano lo spettro dei ‘soliti’ Incantation imbastardendolo con saltuarie accelerazioni di marca Blasphemy, Sadistic Intent e compagnia borchiata. Un risultato complessivo che, se da un lato non fa della ricerca sonora e della profonda introspezione i suoi punti di forza, dall’altro finisce per irretire e insinuarsi ugualmente nella psiche in virtù di una malvagità che non è certo frutto di pose o di occultismo da feed di Instagram, spianando nel migliore dei modi la strada al piatto forte dello split. I Cosmic Conqueror vedono infatti coinvolto il cantante/polistrumentista Dahan (Venomous Skeleton, ex Sonne Adam), e con “Eon Tenebrae” e “Return to Pyramidion” riescono nel compito di avvicinarsi fortemente alle emozioni suscitate da una “We Who Worship the Black” o da una “Take Me Back to Where I Belong”, annegando la lezione di Trey Azagthoth e John McEntee in un abisso dove la componente doom è cruciale nel disegno di un suono avvolgente e crepitante.
Sette minuti neri come la pece che valgono da soli il prezzo dell’intera esperienza, scanditi da una manciata di riff in grado di prostrare l’anima, e che fanno di “Summoners…” una testimonianza più che valida dello stato di salute del filone dopo i grandi ritorni di Grave Miasma e Lvcifyre. Prendetene e mangiatene tutti.