7.5
- Band: BARISHI
- Durata: 00:49:36
- Disponibile dal: 24/04/2020
- Etichetta:
- Season Of Mist
- Distributore: Audioglobe
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Barishi è un trio proveniente dal Vermont e guidato dal carismatico cantante e chitarrista Graham Brooks. In realtà la band, nata nel 2010, aveva inciso il primo omonimo disco come quartetto, ottenendo le attenzioni della Season Of Mist, che li mise sotto contratto per il disco successivo. Prima di registrare il nuovo album, però, il cantante originario lasciò il gruppo che, prima della decisione di Brooks di assumere il ruolo di vocalist, si dedicò per lungo tempo ad esplorare il lato strumentale della propria musica, dando luogo a brani dilatati, sempre più complessi e sperimentali. Il secondo disco “Blood From The Lion’s Mouth” del 2016 risentiva già di questa nuova attitudine, che viene rinforzata e perfezionata con il nuovo “Old Smoke”. Tenendo fede al proprio nome, la loro opera più recente è un blocco monolitico che fonde sludge, doom, black e prog in maniera indistinta, creando un’atmosfera oscura, marcia e fumosa. Il punto di partenza può essere lo stesso di band come Baroness o High On Fire, ma con un estremismo sonoro ed una complessità delle strutture che va oltre queste influenze. Un po’ come se fossero l’anello mancante fra i Soilent Green e i Meshuggah: dei primi si nota l’attitudine senza compromessi, dei secondi una tecnica strumentale che permette soluzioni più ardite. Ciò che ne risulta è un assalto sonoro basato soprattutto su riff granitici che si susseguono senza sosta e su una voce catacombale molto vicina al black, che risulterebbe soffocante se non fosse interrotto da momenti che attenuano un’atmosfera così claustrofobica: brevi digressioni che riportano ad una certa psichedelia anni ’70, assoli con gusto melodico (particolarmente ispirato e classicamente heavy quello contenuto in “Blood Aurora”), delicati arpeggi (“Cursus Ablaze”, l’unico pezzo completamente strumentale). Questa folle corsa conduce alla conclusiva titletrack che, di colpo, rallenta improvvisamente il ritmo, senza però perdere un grammo dell’inquietudine alimentata negli interminabili minuti che la precedono. Musica non per tutti, che necessita di un ascolto attento e che riflette la poliedrica personalità di chi l’ha composta: Brooks viene infatti dipinto come un hippie fuori dal tempo, talentuoso ed innamorato delle sonorità e della strumentazione vintage, come delle zone rurali e montane in cui vive isolato e senza contatti con grosse scene musicali, affidandosi unicamente alla propria ispirazione e creatività.