7.0
- Band: BARÚS
- Durata: 00:54:11
- Disponibile dal: 22/10/2018
- Etichetta:
- Memento Mori
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Approcciarsi a un disco d’esordio come quello dei francesi Barús è tutt’altro che semplice. Proveremo a farlo tentando di descrivere il loro sound, che, se dovessimo spiegarlo con un solo aggettivo, allora useremmo ‘claustrofobico’. La matrice è un death metal estremamente storto e monolitico, molto ricco di influenze e che pesca a piene mani da quanto di buono, e angosciante, è stato fatto da vari Meshuggah, ma anche da band come Ulcerate, Deathspell Omega, Gorguts, Tryptikon, Autopsy e persino certe cose fatte dai primi Gojira (era “The Link”, per intenderci). Un approccio monolitico e pachidermico alla materia death metal, ma che non rinuncia ad influenze esterne, ora con importanti rallentamenti doom, ora con improvvise rasoiate black metal.
L’ascolto è davvero molto, molto impegnativo: quasi un’ora di musica così chiusa e totalmente inospitale può essere affascinante ma può arrivare a stremare l’ascoltatore, complice anche una durata dei brani mediamente lunga. I pezzi hanno spesso qualche bagliore di luce, sotto forma di una pseudo interferenza melodica, ma si tratta davvero di pochissimi punti di riferimento, una sorta di luce di un faro in una oceano tempestato di angoscia e frustrazione. Ecco perché il consiglio che ci sentiamo di dare è quello di approcciarsi a questa band con la giusta concentrazione e dedizione in quanto, in caso contrario, questi possono risultare davvero un accrocchio di riff ribassati, tempi storti e urla infette: una ricetta impeccabile per un mal di testa coi fiocchi, insomma. Probabilmente un filo di umanità in più in questo marasma di impenetrabile malessere non sarebbe guastato, giusto perché, specialmente i frangenti più rallentati, sono davvero ardui da affrontare. Ma le potenzialità ci sono eccome: capacità tecniche, malessere latente, pessimismo cosmico, bel suono, grande padronanza della materia trattata… Gli appassionati delle sonorità di cui sopra si appuntino questo nome perchè, oltre a meritare un ascolto senza ombra di dubbio, molto probabilmente ne sentiranno ancora parlare.