7.0
- Band: BARÚS
- Durata: 00:34:21
- Disponibile dal: 31/12/2021
- Etichetta:
- Aesthetic Death
- Breathe Plastic Records
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L’approccio al death metal dei Barús è stato, fin dall’inizio, quanto meno singolare; in particolare i francesi avevano stupito con l’album “Drowned” ed un suono claustrofobico e stordente, difficile da affrontare in quanto ostico per sua stessa natura.
C’era sicuramente attesa per il passo successivo e ora la band ritorna, dopo tre anni, con un EP che, per la storia che ha alle spalle e per la sua genesi, potrebbe anche essere considerato un disco di passaggio nella discografia dei Barús ma, qualunque sarà la strada che i transalpini intraprenderanno in futuro, “Fanges” sembra certificarne la creatività e le doti compositive. Come già accennato, la scrittura di questa nuova creazione è caratterizzata da un taglio decisamente sperimentale per ammissione della stessa band, con due lunghissimi pezzi che sono stati concepiti in maniera del tutto differente tra loro. Si inizia con la titletrack, un brano che parte lento, ipnotico, con parti acustiche e che cresce con i minuti, aggiungendo progressivamente elementi; si sente che si tratta di musica in cui i diversi strati sono frutto di addizioni graduali e ponderate, avvicinandosi ad un suono che alterna sludge atmosferico e intermezzi ambient e dimostra come si possa far male pur utilizzando mezzi espressivi non consueti. Con “Châssis De Chair” ci muoviamo invece in territori più familiari e vicini all’album di debutto, un death metal potente e primitivo, registrato in presa diretta nello studio della band per ricreare un suono live, senza nessuna sovraincisione e con una produzione abbastanza grezza rispetto allo standard.
La voglia di sperimentare e di non dare niente per scontato, così come la capacità di fondere in un unico EP due brani diametralmente opposti, sono un’ottima premessa per un nuovo album.