7.0
- Band: BASTARD SAINTS
- Durata: 00:37:41
- Disponibile dal: 10/09/2012
- Etichetta:
- The Spew Records
- Distributore: Andromeda
Spotify:
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I Bastard Saints, da Varese, sono una realtà storica della scena estrema lombarda e, dopo quindici anni dalla fondazione e diverse uscite nella forma di demo, split e compilation, riescono a raggiungere l’esordio su lunga distanza con “The Shape Of My Will”. E’ subito chiaro che parlare di band esordiente è improprio per via della loro lunga militanza, tant’è vero che l’album non ha per nulla l’anima di un’opera prima (magari macchiata da qualche inevitabile ingenuità): non passerà difatti inosservata la lavorazione dei pezzi, in cui nulla viene lasciato al caso e ogni aspetto è ragionato in profondità, tanto che tutti quanti presentano strutture generalmente complesse (anche se appaiono soluzioni più lineari quando l’anima grind prende il sopravvento, come in “Everyday I Consider Myself Dead”, dove è possibile ascoltare persino qualche inflessione più esplicitamente hardcore). La materia musicale proposta è un death-grind brutalissimo e pregevolmente tecnico, corroborato, sostenuto e impreziosito da quella sincera rabbia da psicopatici estremizzata nella forma fino ad apparire disperata: assieme all’urgenza espressiva tipica del grind tutto ciò origina una mistura esplosiva pronta a farvi deflagrare le orecchie già dalla prima traccia. Per quanto le coordinate stilistiche siano volte ai classici del genere, l’esperienza maturata in tanti anni ha portato il gruppo ad esprimersi in maniera personale fino a crearsi uno stile che potremmo definire riconoscibile: i Bastard Saints non disdegnano di sorprendere con parti rallentate, d’atmosfera lugubre, ed altre decisamente groovy grazie a break, stop e ripartenze ben congegnati (come in “Dead Evangelist Praying” e “Thirteen Stab Wounds”), rendendo l’ascolto del disco mai monodimensionale. Volendo proprio cercare il pelo nell’uovo, potremmo dirvi che la produzione poteva essere migliore oppure che a volte la band tende ad indugiare su un’idea, generalmente buona, per un istante in più di quanto – a nostro avviso – sarebbe stato opportuno, ma è chiaro che di fronte a canzoni ben scritte, ricche di riff e di ispirazione, possiamo pure fregarcene ed goderci il massacro.