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- Band: BATHORY
- Durata:
- Disponibile dal: //2001
- Distributore: Audioglobe
Ho avuto l’enorme fortuna di parlare per quaranta minuti buoni con il signor Quorthon, leader, mastermind ed entità mistica dei Bathory, per un’intervista che leggerete a breve. Non mi mancava che la conferma del diretto interessato per avvalorare una tesi che ho avuto in mente dal primo ascolto di “Destroyer Of Worlds”; puntualmente questa è arrivata per bocca del signore di cui sopra. Per farla breve, il nuovo album dei Bathory, lo ripeto, stando anche a quanto afferma il compositore stesso, è un regalo ai fans, a tutti quei fans che hanno scritto migliaia di e-mails piene di suggerimenti e consigli su come comporre quello che qualche mese fa era solo un miraggio e che ora è un dischetto argentato che gira nel mio stereo. Il pregio e il difetto di questo lavoro coincidono nell’ossessiva eterogeneità all’interno della tracklist; coesistono non senza forzature l’epic declamatorio di “Lake Of Fire”, il simil-doom di “Pestilence”, mentre il death che ricorda l’era di “Requiem” lo troviamo nella debordante “Bleeding”. Certo, interessante, esaltante per i fans dei Bathory, ma è difficile non notare una discontinuità a tratti veramente imbarazzante, tanto che certi episodi servono realmente solo a far numero. La produzione è degna dei migliori demo-tapes registrati in cantina e alcune songs sono addirittura demo-versions realizzate in presa diretta con tanto di batteria fuori tempo e cali di voce del buon Quorthon. Tutto ciò, sia chiaro, è ben lontano dall’essere una mia illazione, ma mi è stato palesato dal leader della band in persona; per questo, ovviamente, il rimando è all’intervista che sarà a giorni su queste pagine. Difficile, dunque, giudicare da un punto di vista strettamente musicale un disco che fa gridare allo scandalo per l’approssimazione e la manifesta grossolanità con cui è stato assemblato e pubblicato; d’altra parte non si possono dimenticare le doti sopraffine della leggenda Bathory che ancora una volta salvano in corner Quorthon e la sua band con zampate come le già citate “Lake Of Fire” o “Pestilence”. Nessun consiglio questa volta: dategli un ascolto e decidete voi.