6.5
- Band: BATTLE BEAST
- Durata: 00:48:13
- Disponibile dal: 17/05/2013
- Etichetta:
- Nuclear Blast
- Distributore: Warner Bros
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Non solidissima si è rivelata poi la line-up dei Battle Beast, new sensation finlandese che esordì nel 2011 sotto il colosso Nuclear Blast con l’abbastanza pregevole debut album “Steel”, album che recensimmo con buoni voti su queste stesse pagine. Adesso, a distanza di nemmeno due anni, ritroviamo la band con diversi chilometri in più sul groppone (i tour con Nightwish prima e con Sonata Arctica poi hanno portato i sei membri a lungo in giro per l’Europa) ma alle prese con il primo grosso cambio di line-up. La frontwoman principale Nitte Valo ha lasciato infatti il microfono alla bionda Noora Louhimo, nuova vocalist finlandese in possesso di caratteristiche più o meno simili a quelle di colei che l’ha preceduta, la cui voce ritroviamo già sui solchi di questo omonimo lavoro. Chiariamo fin da subito il fatto che il voto più basso rispetto a “Steel” che vedete in calce alla recensione non è dovuto in alcun modo a demeriti imputabili alla nuova ugola, piuttosto è una leggera virata della musica del gruppo verso lidi meno power e più classicamente metallari a non convincerci del tutto. Quello che ai tempi di “Steel” avevamo descritto come un interessante mistura sonora di Hammerfall, Manowar e Judas Priest diventa di fatto un hard & heavy (poco hard e molto heavy) che può ricordare i vecchi Pretty Maids, quelli di “Future World” per intenderci, ma che mantiene ancora le sue scorribande in stile priestiano, e che ogni tanto si concede qualche momento ancora memore della lezione dei Manowar. Una proposta comunque più scarna, che vuole forse avvicinarsi quanto proposto da band come Sabaton o Powerwolf, ma che non ne possiede certo l’appeal e quindi finisce di fatto per stazionare su soluzioni solide ed arcigne, un metal quadrato e robusto che sicuramente rende più dal vivo che sui solchi digitali cui lo stiamo ascoltando. “Battle Beast” non è un album brutto, la sufficienza la merita largamente, ma ha perso un po’ della sorpresa e dello spunto che mostrava “Steel”, facendo dunque un piccolo passo indietro declassando la band dal ruolo di ‘new sensation’ a quello di ottimo supporto per i tour di act più famosi. Parliamoci chiaro, se il metal puro e ignorante, un po’ debitore della scena hard, è il vostro genere, allora “Battle beast” fa sicuramente per voi… noi però, che questo genere sicuramente lo adoriamo, continuiamo a preferire la più grezza genuinità dei Three Inches Of Blood piuttosto che quella, un po’ artefatta, di questi Battle Beast.