7.0
- Band: BATTLEROAR
- Durata: 00:59:46
- Disponibile dal: 02/05/2014
- Etichetta:
- Cruz Del Sur Music
- Distributore: Audioglobe
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Sono passati ben sei anni da “To Death And Beyond…”, album dei Battleroar che aveva fatto segnare quell’atteso deciso passo in avanti in grado di proiettare la band ellenica nelle sfere alte della scena epic metal internazionale. La Grecia è, per motivi forse anche legati alla storia stessa della nazione, terra dove questo genere ha un gran numero di fan, probabilmente in proporzione più che in ogni altra parte d’Europa. Era piuttosto atteso, dunque, questo nuovo lavoro della formazione ateniese, anche in Italia aspettata al varco dopo il cambio al microfono che negli ultimi anni aveva portato tra le fila del gruppo prima l’ex frontman dei Doomsword, Gabriele “Nightcomer” Grilli, e infine quello dei Sacred Steel, Gerrit Mutz, in sostituzione del nostro Marco Concoreggi. La voce non è stato l’unico elemento ad essere andato incontro a modifiche dopo la pubblicazione di “To Death And Beyond…”. Il gruppo ha infatti sostituito il chitarrista Manolis Karazeris con Antreas Sotiropoulos e ha aggiunto in lineup il violinista Alex Papadiamantis. Il risultato di tutti questi cambiamenti è “Blood Of Legends”, un disco che stilisticamente prosegue sulla scia del precedente, all’insegna dunque di un epic metal tradizionale fatto di brani intensi, carichi di pathos e dal minutaggio notevole, mediamente attorno ai sei-sette minuti. Quello che risalta già da un primo ascolto è una cura maggiore, rispetto al disco precedente, per arrangiamenti e ricchezza di un sound che ora incorpora molto bene melodici inserti di violino, efficaci nel sottolineare l’evocatività dei passaggi dai toni più atmosferici o drammatici. I brani sono tendenzialmente ben strutturati e piuttosto vari, sia al loro interno che l’uno rispetto all’altro. Troviamo così alcuni discreti episodi più in linea con un classic epic metal in stile anni Ottanta, veloce, riffato e diretto come nel caso di “The Swords Are Drawn” o “Immortal Chariot”; altri piú complessi e ragionati, come la mediorientaleggiante “The Curse Of Medea”; e poi frangenti in cui il sound si stempera a favore di composizioni più pacate, tipo l’atmosferica “Poisoned Well” o l’epicissimo mid tempo conclusivo “Exile Eternal”, quest’ultimo forse il pezzo piú convincente dell’intero album. I brani, sebbene dunque non mostrino evidenti punti deboli, hanno determinati aspetti che non ci permettono di giudicarli complessivamente soddisfacenti, come nel caso del precedente lavoro in studio. Innanzitutto i ritornelli non sempre risultano essere efficaci, ispirati e di presa come dovrebbero, e il cantato di Gerrit Mutz appare in più di un caso un po’ troppo “leggero” e non pieno e potente come sarebbe lecito aspettarsi in un contesto del genere. La sensazione generale è dunque quella di un disco dal songwriting più che discreto, formalmente ben prodotto e suonato, ma che non lascia un segno realmente tangibile nella mente dell’ascoltatore. “Blood Of Legends” è ad ogni modo un lavoro consigliato a chi segue la scena epic e in particolare Warlord, Manilla Road, Holy Martyr e/o Doomsword.