6.5
- Band: BE THE WOLF
- Durata: 00:34:24
- Disponibile dal: 15/01/2021
- Etichetta:
- Scarlet Records
- Distributore: Audioglobe
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Quarto album per i torinesi Be The Wolf che, non a caso, viene appunto intitolato “Torino”, in omaggio alla propria città, a cui viene dedicata anche una breve e suggestiva traccia. Ancora una volta, la band riesce a proporre un sound multiforme, dalle molteplici influenze e ricco di sfumature, che si colloca sempre tra un hard rock melodico e un alternative rock che sembra strizzare l’occhio al pop.
Nei precedenti album, finora, i Be The Wolf avevano dimostrato di sapersi sempre reinventare, mantenendosi allo stesso tempo fedeli ad un proprio trademark, che veniva però ottimamente rivisto e rinfrescato. La nostra sensazione è che, con questo lavoro, la band cerchi invece di trovare una sorta di sintesi tra diversi elementi che avevano caratterizzato il proprio stile. Insomma, in “Torino” ritroviamo un po’ vari aspetti che si potevano riscontrare nei primi tre full-length, ma quest’operazione a nostro avviso comporta per contro dei risvolti: da una parte, può essere anche giusto che la band, giunta al quarto full-length, non debba necessariamente costruire tutto ex novo ma possa un attimo guardare alle proprie spalle; però, d’altra parte, da ciò consegue che il risultato finisce per essere un po’ più prevedibile e probabilmente anche meno spontaneo. Parlando in generale, nel nuovo disco, infatti, non riscontriamo la carica irruenta che c’era in diversi brani di “Imago”; ci sono invece brani catchy come “Undefeated”, “Failures” e “Cinnamon”, ma nessuno è paragonabile alla raffinatezza e alle melodie irresistibili di “Rouge”, salvo magari la bellissima “Sorry Not Sorry”; inoltre, non c’è neppure la folle genialità di un disco fresco e imprevedibile come “Empress”.
Quello che “Torino” offre sono delle canzoni gradevoli (qualcuna emerge particolarmente, come segnalato), che sembrano voler rievocare tutto quello che i Be The Wolf sono e hanno dimostrato di saper fare, ma che appare più come un disco realizzato con mestiere che non con la passione e la grinta che sembrava trasudare dai lavori precedenti. Se poi aggiungiamo che il disco dura all’incirca appena trentaquattro minuti e che tra le dieci tracce ve ne sono pure alcune non particolarmente ispirate, possiamo concludere che si tratta di un lavoro mediamente di buona qualità, ma considerando che non parliamo di una band agli esordi, poteva essere lecito aspettarsi qualcosina in più.