7.5
- Band: BEARDFISH
- Durata: 00:57:30
- Disponibile dal: 01/11/2024
- Etichetta:
- Inside Out
Spotify:
Apple Music non ancora disponibile
Pur non essendosi mai mossi in un ambito propriamente metal, i Beardfish guidati dal cantante/tastierista Rikard Sjöblom hanno spesso condiviso il palco con compagini dalle sonorità altrettanto complesse ma più dure, quali i Pain Of Salvation, e ne hanno assimilato almeno in parte le asperità, come dimostrano i sottilmente angoscianti “The Void” (2012) e “+4626-COMFORTZONE” (2015), quest’ultimo lavoro presentato poco prima dello scioglimento.
Annunciata nel 2023, la reunion del quartetto svedese viene sancita oggi definitivamente dalla pubblicazione del nuovo “Songs For Beating Hearts”, che cancella in pochi minuti ogni sforzo di modernizzazione che la band aveva messo in atto nel suo recente passato: quella dei rinati Beardfish è infatti una musica orgogliosamente anziana, pronta a porgere con coraggio il proprio volto solcato di rughe ad una platea che non era nemmeno nata, ai tempi dei modelli di cui Rikard Sjöblom e compari continuano a seguire il cammino.
Il disco si apre con l’arpeggio acustico che sostiene e guida la dolcissima melodia di “Ecotone” ed il suo tema musicale dai toni vagamente western, un momento che suona quasi fuorviante, perché difficilmente ci si potrebbe attendere, dopo quella canzone, la suite in cinque sezioni “Out In The Open”, dove emergono prepotenti le radici prog del gruppo, dai Gentle Giant di “Octopus” (“Part I-Overture”) fino ai Genesis di “A Trick Of The Tail” (“Part II-Oblivion”) passando per gli armoniosi intrecci vocali dei Moody Blues e gli Emerson, Lake and Palmer più orecchiabili (“Part V- Around The Bend”).
Questo nuovo lavoro dei Beardfish risulta quindi complesso ma per nulla macchinoso, vicino per spirito ad alcuni dei lavori più recenti dei Marillion come “An Hour Before It’s Dark”, dove si esce da una suite solo per precipitare dentro gli undici minuti di “Beating Hearts” (ancora i Genesis, ma stavolta quelli guidati da Peter Gabriel), tra contrappunti acustici ed un’atmosfera vittoriana che, superata la prima metà del brano, muta forma con naturalezza, afferrando il blues rock di “Money” dei Pink Floyd per annegarlo in uno straniante arrangiamento orchestrale.
Tocca a “In Autumn” riportare il disco sui binari della leggerezza, con il folk rock dei Fairport Convention innervato di belle atmosfere southern, mentre la finale “Torrential Downpour” (già proposta come singolo in anticipazione dell’uscita dell’album) è una lunga ballata progressive che riprende i toni americani dell’iniziale “Ecotone”, rileggendoli con un mood decisamente più ricco di tensione; straordinaria in particolare la prova vocale di Sjöblom, che dalla pacatezza iniziale si gonfia di pathos in un crescendo emozionante.
Si ha l’impressione, ascoltando “Songs For Beating Hearts”, di non trovarsi di fronte ad un disco inedito quale è, ma ad una ristampa eccellente, uno di quei preziosi episodi del passato dei cui master originali va sempre in cerca Steven Wilson.
Sia quel che sia, la reunion dei Beardfish permette alla band di recuperare una scrittura ispirata e genuina che con gli ultimi lavori prima dello split (“+4626-COMFORTZONE” in particolare) si era persa, nel tentativo di aggiornare il suono. A tal proposito, diverte, pur nella sua estemporaneità, anche la versione “Norrsken 1982 edition” di “Ecotone”, posta in chiusura come bonus track, che omaggia (o prova a parodiare, a seconda delle opinioni) gli Alan Parsons Project.