7.5
- Band: BEARTOOTH
- Durata: 00:41:20
- Disponibile dal: 28/09/2018
- Etichetta:
- Red Bull Records
- Distributore: Edel
Spotify:
Apple Music:
A soli quattro anni dal debutto “Disgusting” tornano i Beartooth con questo “Disease”, terzo disco che segna anche il terzo cambio di line-up con l’uscita del chitarrista Taylor Lumley e l’ingresso al suo posto d Zach Huston (ex-Like A Moth To The Flame). A non cambiare, oltre al centro di gravità permanente di Caleb ‘baby prodigio’ Shomo, è l’attitudine super-adrenalinica della band (non a caso sotto contratto con la Red Bull Records), che anche in quest’occasione concentra sui solchi digitali una massa di energia cinetica pronta ad esplodere appena premuto il tasto Play. Per la verità l’inizio, con i primi secondi quasi sussurati dell’opener “Greatness Of Death”, lascia un po’ spiazzati, ma subito dopo il pezzo esplode nel classico hardcore/punk-core cui ci hanno abituati, continuando il percorso di maturazione melodica iniziato con il precedente “Aggressive” e qui ancora più marcato in pezzi quasi emo / pop-punk come la titletrack, “Afterall”, “Believe” o “Clever”. Detto che il meglio i Beartooth lo danno in questa veste pop-core a là A Day To Remember, non mancano anche passaggi più ignoranti (“Bad Listener”, “Manipulation”) in cui Caleb Shomo, indossato il cappello da Frankie Palmieri, ci vomita addosso il suo malessere sulle note di un crossover ‘in your face’, mentre brani come “Enemy” o “Used And Abused” (con un attacco molto Bodomiano) rappesentano l’ideale congiunzione tra ritmiche pestone e chorus melodici. Al terzo giro di boa, non possiamo che confermare il giudizio precedente: se amate l’anthem-metal, i Beartooth sono un gruppo su cui puntare ad occhi chiusi e pugno alzato.