7.0
- Band: BEARTOOTH
- Durata: 00:42:25
- Disponibile dal: 10/06/2014
- Etichetta: Red Bull Records
- Distributore:
Spotify:
Apple Music:
Caleb Shomo a 15 anni aveva già un contratto discografico con una prestigiosa etichetta di settore, una band sulla bocca di tutti i teenager e un disco in classifica Billboard. Gli Attack! Attack! però, oltre al successo e alla notorietà, obbligarono il giovane anche ad uno sconfinato odio mediatico, che fece deragliare una personalità ancora instabile verso tendenze suicide, disordini alimentari e abuso di stupefacenti. Da lì la coraggiosa scelta dell’abbandono. La passione di Caleb per la musica però non si spense, e venne convogliata in un progetto del tutto personale. Da puro divertissement, creato per sfuggire alle regole che lo avevano schiacciato in precedenza, i Beartooth diventarono in poco tempo una valvola di sfogo dove Shomo canta, produce e suona tutti gli strumenti. Cancellati dalla lavagna il crabcore e le influenze elettroniche, la band percorre i sentieri dell’hardcore punk moderno, selvaggio e melodico, con elementi screamo e metalcore. Tra il tiro degli A Day To Remember e lo swagger degli Every Time I Die notiamo anche elementi nu-metal e un gusto particolare per i ritornelli da radio rock universitaria. Il lato positivo è la naturalezza con la quale gli ingredienti sono portati sul tavolo, con una linearità che giova al tiro e alla presa senza sembrare banale o superficiale. Da segnalare, sul lato più heavy, la furia di “Body Bag” e “Dead”. Tra i momenti più intensi dell’album anche “Relapsing” e “I Have A Problem”, che dimostrano lo spessore tematico affrontando il problema dell’alcolismo, oltre alla conclusiva “Sick And Disgusting”, che chiude con la reminescenza della sinistra “Daddy” dei Korn. Chi scrive li aveva approcciati con sufficienza, invece ne è uscito stupito: “Disgusting” è emotivo, crudo e diretto, con una tendenza a saltare tra i generi senza mai ripetersi. E questo Caleb avrebbe 21 anni? Cazzo!