7.5
- Band: BEASTCRAFT
- Durata: 00:39:40
- Disponibile dal: 07/04/2017
- Etichetta:
- Pulverised Records
- Distributore: Audioglobe
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Ai blackster più accaniti il nome Beastcraft non sarà certo nuovo; la creatura di Sorath e del compianto Alastor è stata in attività per 10 anni, dal 2003 al 2013, producendo sempre un nero esempio di black metal di scuola norvegese, privo di compromessi: distruttivo, maligno, tagliente e blasfemo. A cinque anni di distanza dalla morte di Trond “Alastor Nefas” Bråthen spuntano delle vecchie take, riproposte in questo “The Infernal Gospels Of Primitive Devil Worship”; operazione commerciale? Tributo alla memoria del chitarrista/bassista della band? Poco importa; la vena cupa e venata di malinconia tipica del sound norvegese (e delle composizioni di Alastor) torna prepotente in pezzi come “Deathcraft And Necromancy” e “Reborn Beyond The Grave”, restituendoci una band che ha avuto, probabilmente, meno attenzione di quanta ne meritasse (la produzione dei Beastcraft si concentra nella seconda metà del primo decennio del secolo, periodo in cui il black metal era piuttosto refrattario alle band più crude e dirette). Anzi dobbiamo dire che, insieme a “Dawn Of The Serpent” (ristampa dei primi tre epocali demo della band), questo è forse il miglior disco che possiate trovare in circolazione a firma Beastcraft (considerando che il bundle posto in vendita è composto dal disco di cui vi stiamo scrivendo e da un DVD con parecchie esibizioni live e delle rehearsal in studio), con un perfetto equilibrio tra violenza primordiale (“Demonic Perversion” e “Her Highness Of Hell”), pezzi più votati a melodie cupe e notturne e assalti frontali blasfemi che ci rimandano a Krieg e (ovviamente) Urgehal, band in cui Alastor Nefas militò per circa vent’anni. Pensiamo che le parti più atmosferiche siano quelle in cui i Beastcraft hanno sempre dato il meglio, così la conclusiva “The Beast Descends” è, nel suo incedere cadenzato ed evocativo, il degno commiato per il duo norvegese, la pietra tombale che suggella definitivamente la fine di un gruppo che è sempre rimasto nelle fitte nebbie dell’underground e che oggi, ancora con maggior forza di quando era effettivamente in attività, ci mostra una chiara testimonianza di black metal ‘in purezza’, senza commistioni, velleità avanguardiste o ricercatezze particolari. “The Infernal Gospels Of Primitive Devil Worship” è uno di quei dischi fatto di chitarre velenose e taglienti, di scream glaciale, di ‘Satana’ gridato, in mille declinazioni, in ogni singolo pezzo. Se amate le foto sgranate in bianco e nero, le croci rovesciate ed il lo-fi atmosferico, morboso e violento, amerete questo disco, altrimenti, probabilmente il black metal non fa per voi.