5.5
- Band: BED TOYS
- Durata: 00:20:54
- Disponibile dal: 27/05/2014
- Etichetta:
- Alka Record Label
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Nati nel 2005 da una costola dei Fury’N’Grace con il moniker Dioniso, i Nostri si danno subito da fare in sala di incisione rilasciando un demo autoprodotto che ha permesso loro di intraprendere una serie di concerti, esibendosi di spalla niente poco di meno che all’ex chitarrista solista degli Scorpions Uli Jon Roth. Dopo aver rilasciato un singolo nel 2007 questi ragazzi decidono di mutare il nome in Bed Toys, pubblicando l’anno successivo l’EP “Bottlenaked”. Nonostante siano passati ben sei anni dalla pubblicazione del suddetto lavoro, la band ha trascorso il proprio tempo ad oliare i meccanismi sulle assi di numerosi palchi tricolore, partecipando sovente a numerosi motoraduni. In questi casi il passaparola è un fattore fondamentale al fine di districarsi dalle soffocanti maglie dell’underground nostrano, intasato nel bene e nel male da gruppi che vogliono spiccare il volo. Anticipato da un cambio di line up alla sezione ritmica, il qui presente “Celebration” si presenta come un EP composto da cinque tracce impostate su un hard rock a luci rosse dalle corpose tessiture melodiche, dal quale emergono alcuni spunti più che validi da sgrezzare obbligatoriamente in futuro. Nonostante si tratti di un’autoproduzione, va riconosciuto ai Nostri di aver plasmato un sound nitido, sufficientemente potente e caldo, ben lontano dai suoni fiacchi e opachi palesati da certe produzioni caserecce. L’anello debole della catena viene rappresentato dal cantante Sergio Carollo, vocalmente ancora acerbo, a tratti inespressivo, spesso incapace di conferire il giusto feeling nella sua performance oltremodo altalenante. Il frontman si rivela inefficace nell’imprimere la sua personalità nella discutibile esecuzione della celebre “Call Me” dei Blondie; al contempo mostra qualche incertezza di troppo nella propria estensione vocale, a causa degli acuti sparati a razzo nella già di per sè non brillante “Wild Days”. Il riffing secco e conciso di “Pig’s Song” scorre via senza causare grossi sussulti, mentre le cose vanno decisamente meglio con le ispirate ed eleganti intuizioni chitarristiche che rendono “Dicknotized” un piccolo gioiellino del genere. Decisamente buona ed accattivante si rivela anche la conclusiva “She’s So Woman”, episodio capace di sprizzare adrenalina da tutti i pori, complice un chorus che difficilmente si toglierà dalla vostra testa. Se i Bed Toys riusciranno a levigare le pesanti incertezze che vi abbiamo descritto, in futuro avremo a che fare con un gruppo dotato di ben altro spessore artistico ed esecutivo. Incompiuti.