7.0
- Band: BEDLIGHT FOR BLUE EYES
- Durata: 00:30:33
- Disponibile dal: 02/08/2007
- Etichetta:
- Trustkill Records
- Distributore: Audioglobe
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Calma, ragazzi, prima di saltare al voto date un’occhiata alle elucubrazioni che seguono. Forse chi scrive non è il più indicato per recensire obiettivamente questo lavoro dei Bedlight For Blue Eyes. Ora vediamo il perché. “Life On Life’s Terms” non è altro che un buon lavoro di melodic emo rock, più vicino al pop di quanto si possa immaginare; un genere a cui il sottoscritto è poco avvezzo, ma decisamente non avverso. Ecco che il discorso è presto fatto: le melodie dell’album sono pressoché perfette, gli arrangiamenti sono ottimi, per cui è impossibile stroncare un lavoro simile, ma essendo a digiuno in questo campo musicale, non possiamo sapere se questo è solo l’ennesimo plagio di mille altre band in voga al momento, di cui (mea culpa) il sottoscritto ignora bellamente l’esistenza. Dopo questa forse inutile premessa, passiamo all’analisi dell’album. L’elemento preponderante di questi undici pezzi è la voce di Daniel Rinaldi, ancora giovanile ma ottima nell’interpretare i pezzi, con quel suo tono alto, squillante e caldo al tempo stesso. Le chitarre, più crunchy che distorte, accompagnano a dovere le melodie di Daniel, in pezzi melodicamente perfetti come “The City And The Ghost” (il ritornello è assolutamente vincente e ficcante), “Waste My Time” e “Whole Again”, mascellona quanto basta, che ha rammentato al sottoscritto il bellissimo e solitario gioiello “Believe” degli scomparsi Big Dismal. La ballad acustica “Walk With Me” suona troppo prevedibile, ma introduce alla title track, una sorta di versione edulcorata degli ultimi My Chemical Romance, il cui pezzo forte è costituito questa volta dall’ottimo lavoro chitarristico di Derek Weber, qui vicino alla sensibilità di The Edge degli U2. Tralasciando la parentesi finto rock blues di “Too Late For Us”, torniamo in territori più american rock con la ruffiana “Broken Door”, vittoria annunciata in un eventuale investimento promozionale della Trustkill Records. Sì, perché qui ci sono le carte per spopolare su MTV (anche la conclusiva “Michael” non scherza affatto), sempre che l’etichetta voglia prendersi questo rischio. Il nostro consiglio è di dare la vostra fiducia a questi ragazzi, sempre che le parole ‘emo’ e ‘pop rock’ non vi facciano venire l’orticaria.