7.5
- Band: BEFORE THE DAWN
- Durata: 00:41:14
- Disponibile dal: 25/02/2011
- Etichetta:
- Nuclear Blast
- Distributore: Warner Bros
Spotify:
Apple Music:
Sesto album per i finnici Before The Dawn, approdo al colosso Nuclear Blast Records e, finalmente, un disco più che competitivo! Probabilmente la band di Tuomas Saukkonen non potrà mai essere un vero big del metal estremo-melodico – troppo derivativa la sua musica, priva completamente di spunti originali – ma con questo “Deathstar Rising” giunge ad una maturazione completa e perfettamente adeguata a ciò che il suo leader vuole esprimere. Siamo a cavallo, infatti, tra melodic death metal, gothic metal e modern metal per una tracklist impressionante per qualità di songwriting, immediatezza e gusto compositivo. Dopo la piccola debàcle di “Deadlight”, che però ha fatto fare il salto di qualità ai Before The Dawn almeno in Finlandia, ed il pronto recupero grazie al penultimo “Soundscape Of Silence”, la pausa di tre anni ha sicuramente giovato all’iperattivo Tuomas, che torna ora con un lotto di brani convincenti e vincenti, a partire dalla clamorosa doppietta iniziale affidata a “Winter Within” e “Deathstar”, con la seconda a fondere il flavour epico degli Amorphis e la potenza groovy dei Killswitch Engage. In generale, il riffing è ridondante e zeppo di quella melodia scandinava (e finnica, in particolare) che ha portato al successo gruppi quali In Flames, Amorphis (di nuovo) e Sentenced; ogni tanto ci si sposta in territori Katatonia (“Remembrance”) con fluide cascate di chitarra e ritornelli decadenti, oppure dalle parti di Dark Tranquillity e Soilwork con accelerazioni simil-thrash. Alle voci, sia il growl di Saukkonen che l’ottimo pulito del bassista Lars Eikind svolgono un lavoro egregio e giustamente incastonato tra partiture che non potrebbero richiedere un miglior accompagnamento vocale. “Butterfly Effect” fornisce pane per i denti anche a chi preferisce dei Before The Dawn più aggressivi, ma con la conclusiva e spettacolare “Wraith” si capisce come i finlandesi abbiano nel chorus di facile presa – ma non banale – e nella melodia evocativa il loro punto di forza. Un lavoro che, quindi, non scopre nessuna acqua calda, ma che si farà spazio tra i vostri ascolti come magma nel ghiaccio. Bellissimo.