7.0
- Band: BEFORE THE DAWN
- Durata: 00:39:19
- Disponibile dal: 30/04/2012
- Etichetta:
- Nuclear Blast
- Distributore: Warner Bros
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Tuomas Saukkonen, ormai è appurato da anni, è uno dei musicisti più prolifici dell’area nordica del metallo estremo europeo. Una manciata di progetti – fra cui i più noti restano tuttora i qui presenti Before The Dawn e i Black Sun Aeon – e una valanga di dischi scritti. Con “Rise Of The Phoenix”, settimo album sulla lunga distanza per la band principale del cantante-chitarrista-batterista, i Before The Dawn tentano di bissare il buon impatto avuto dal precedente “Deathstar Rising” che, grazie anche alla promozione e alla nomea della Nuclear Blast, ha ottenuto risultati soddisfacenti. Saukkonen è evidentemente un accentratore, in quanto, nel giro di un anno, la formazione finnica è mutata per metà, cambiando tutta la sezione ritmica compreso il bassista Lars Eikind, che guarda caso era anche il fondamentale clean vocalist del combo. E quindi, ora? Niente più voce pulita nei Before The Dawn? Ma come? Amorphis e Swallow The Sun – per citare due band anch’esse finniche – si stanno giocando il tutto e per tutto con commercializzazioni più o meno evidenti della loro proposta, e invece Tuomas spara a mille il suo growl profondo per tutto “Rise Of The Phoenix”? Esattamente. Niente clean vocals e basta ritornelli orecchiabili. E’ una bella sterzata, in effetti, di quelle che dai Before The Dawn non ti aspetti. E’ chiaro che l’impatto del sound cambia abbastanza, in quanto in questo lavoro si gioca molto più sul groove e sulle armonie e le melodie dei riff, sempre accattivanti come al solito, anzi di più. Spariscono anche alcuni evidenti richiami ai Katatonia – restano però attimi acustici e arrangiamenti di tastiere – per un disco che quindi si assesta su coordinate meno dark e malinconiche e molto più moderne e potenti, al punto che, in certi frangenti quasi thrash metal, spuntano addirittura riff à la Unearth/As I Lay Dying. Il flavour finlandese dei Before The Dawn comunque è sempre ben presente nei solchi del dischetto e i brani migliori – “Pitch-Black Universe”, “Phoenix Rising”, “Fallen World” e “Eclipse” – arrivano a dimostrarlo, epici ed in parte crepuscolari come tradizione vuole. “Rise Of The Phoenix”, in fin dei conti, va giù che è un piacere e non vediamo come non possa solleticare l’appetito degli estimatori del death metal melodico più arioso e non temente incursioni nel modern, così come precipitazioni saltuarie in partiture al limite del black metal. Il lavoro perfetto per chi non ama la melensità delle voci pulite, ma cerca invece le belle melodie nelle trame chitarristiche e negli assoli. Per noi è un disco che non inventa davvero nulla, ma che stiamo ascoltando molte più volte del previsto. I Before The Dawn si confermano una bella realtà, sebbene non di primo piano.