BEHEADED – Never To Dawn

Pubblicato il 11/12/2012 da
voto
8.0
  • Band: BEHEADED
  • Durata: 00:43:39
  • Disponibile dal: 06/11/2012
  • Etichetta:
  • Unique Leader
  • Distributore: Masterpiece

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Nome di culto dell’underground mondiale, i maltesi Beheaded tornano con “Never To Dawn”, il primo album in sette anni e anche il primo con la nuova formazione. Considerando che il gruppo è entrato in studio alla fine di ottobre 2010, capirete che si è trattato di una gestazione particolarmente lunga ma, possiamo dirlo, ne è valsa la pena. “Never To Dawn” è un grande album, tanto lavorato e curato in ogni suo aspetto quanto intenso e convincente in quello meramente espressivo. Il pregio più evidente di questa band è la capacità di scrivere materiale brutale con intelligenza, personalità e autorità, al punto di deliziarci continuamente con pezzi strutturati in maniera complessa ma mai inutilmente complicata: ne nasce un’opera capace di farsi apprezzare immediatamente e rivelarvi, in seguito, ulteriori particolari degni di nota (come ad esempio alcuni “sotterranei” passaggi melodici, non così infrequenti). Tutte le tracce godono pertanto di un’identità ben definita, sviluppata dalla band in modo esauriente, e sono capaci di offrire scenari differenti bandendo la noia per tutta la durata dell’ascolto, ragion per cui abbiamo scelto di analizzarle una ad una.

Elapsed In The Vortex Of Extinction Dopo una breve intro intorno a qualche malevolo demonio, esplode un riff epico, teso ed autoritario che funge, in sostanza, da “demarcatore”: la canzone ha infatti una struttura a blocchi, ognuno avviato dalla detta sequenza portante, ed ogni blocco presenta una pletora di variazioni sulle ritmiche e, ovviamente, sui riff, col risultato di una dinamica davvero stordente (gran bel modo di aprire un disco!).

Lament Of A Sordid God Benché il gruppo affondi le sue radici agli inizi degli anni ’90, non è necessariamente rimasto legato agli stereotipi di quell’epoca: “Lament Of A Sordid God” è un pezzo moderno nel riffing (chirurgico) e nella capacità di creare groove anche su tempi più sostenuti (ascoltate il “ritornello” per un’esemplificazione diretta). Da brivido il rallentamento centrale, più direttamente coinvolto nell’estetica della vecchia scuola, cui segue una parte completamente deragliante.

Where Hours Etch Their Name Una marcia trionfante, questo brano, dal piglio severo e marziale, ben supportato da riff schiacciatutto, grassi nel suono ed avvolgenti nelle intenzioni. Chiaramente questo è solo l’involucro esterno di un pezzo che continua a giocare con le variazioni in maniera fluida come l’acqua: ad ogni giro di vite cambia qualcosa, che si tratti di semplici accenti ritmici o di passaggi melodici in emersione dalla carneficina, creando personalissime sovrapposizioni per dei significativi istanti, è solo un dettaglio.

Perished Into Inexistence L’apertura di questa canzone è affidata ad un riff roccioso su cui viene innestato un assolo “sentito” e melodico, ma in breve volge subito a quello che sarà il tema portante, ovvero la dialettica e l’equilibrio dinamico tra riff quadrati, dal sapore anni ’90, e accelerazioni istantanee e repentine, tanto che alcuni passaggi paiono al limite del mathcore. Visto, inoltre, che la raffinatezza è cosa gradita alla band, la chiusura viene affidata al medesimo riff iniziale, ovviamente variato il tanto che basta negli accenti ritmici.

Never To Dawn I Beheaded aprono la titletrack con un riff che sembra una loro personale rilettura dei Morbid Angel più quadrati. Questo brano apre la parentesi più lineare dell’album, sopperendo a questa “carenza” con un’intensa passionalità, trasposta musicalmente per mezzo di passaggi melodici invigoriti da una doppia cassa insistente. Nella parte centrale si ravvisa un deciso cambio di tempo capace di creare un ottimo diversivo, conferma della classe del gruppo, mentre la chiusura del pezzo è affidata ad un arrembaggio controllato.

Dead Silence La canzone, tra tutte, più diretta e breve, tanto da sfociare in ritmiche affini al grind, non ci risparmia la consueta tempesta di riff, fornendo un esempio di come tanta veemenza possa essere efficacemente direzionata.

Towards An Abducted Sun La parentesi più lineare cui facevamo riferimento si chiude con questa composizione strumentale, fondata sull’ennesima ritmica marziale e venata dalle urla distorte del cantante, in un quadro dall’atmosfera più disperata che apocalittica.

Descent Into Sanguinary Seas E’ tempo di tornare a strutture più ricche e complesse. Giocata sull’alternanza tra parti rallentate e accelerate, “Descent Into Sanguinary Seas” è lungi dall’essere una semplice ripetizione modulare dello stesso insieme di parti: si passa senza soluzione di continuità dal riffing spezzato a parti più fluide e sostenute, come da corse ansiogene a sezioni decisamente pachidermiche che non avrebbero sfigurato su un “Gateways To Annihilation”. E’ superfluo aggiungere che la forza di questo pezzo risiede nella grande varietà ritmica, perfettamente organizzata e mai confusionaria.

The Ancient Acumen “Never To Dawn” si chiude con il brano più lungo di tutti, formalmente una mini suite composta da due movimenti principali. Il primo, lanciato da un curioso riff che potrebbe ricordare i Nevermore di “Dead Heart In A Dead World” e subito doppiato da una chitarra di tonalità più alta a renderlo deragliante, consta di un aggressione all’arma bianca stemperata – di quando in quando – da un ribollente accompagnamento “lavico”, mentre il secondo è un’entità in equilibrio tra la visionarietà iniziale ed il drammatico epos successivo; segue una chiusura affidata a riff leggermente dissonanti le cui melodie livide sono graffiate da assoli cerebrali e passionali al contempo.

In definitiva, se avete apprezzato lavori come “Ob(Servant)” degli Psycroptic, o anche come “Of What’s To Come” dei Deeds Of Flesh, “Never To Dawn” è il disco che fa per voi: ve lo consigliamo appassionatamente, perché non vi deluderà.

TRACKLIST

  1. Elapsed In The Vortex Of Extinction
  2. Lament Of A Sordid God
  3. Where Hours Etch Their Name
  4. Perished Into Existence
  5. Never To Dawn
  6. Dead Silence
  7. Towards Abducted Sun
  8. Descent Into Sanguinary Seas
  9. The Ancient Acumen
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