7.5
- Band: BEHEMOTH
- Durata: 00:46:32
- Disponibile dal: 05/10/2018
- Etichetta:
- Nuclear Blast
- Distributore: Warner Bros
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Parlare dei Behemoth significa necessariamente confrontarsi con una delle realtà più influenti e discusse dell’intero universo metal. D’altronde, basterebbe l’enorme battage pubblicitario che ha anticipato l’uscita di questo “I Loved You at Your Darkest”, con tutto ciò che ne è conseguito in termini di hype incontrollato e critiche ferocissime, per saggiare con mano il peso della formazione polacca, ormai definitivamente assurta al rango di chi può permettersi ogni cosa, dal chiamare come opener delle prossime tournée i Wolves in the Throne Room all’imbastire la campagna di marketing più sfacciata e controversa degli ultimi anni, tra app di preghiere e snack per cani (!). Facile quindi, viste le premesse e la personalità ingombrante del frontman Adam Darski, lasciarsi prendere la mano nell’uno o nell’altro senso, gridando al miracolo senza magari tenere conto degli effettivi sviluppi della scena black/death o bocciando a priori la proposta del terzetto in virtù del suo progressivo ammorbidimento.
Tuttavia, come spesso accade in questi casi, la verità si pone nel mezzo, e si traduce in un’opera indubbiamente accessibile a chi non è solito frequentare certi lidi musicali, ma che non per questo può essere tacciata di approssimazione o faciloneria. La base di partenza per questi nuovi brani è giocoforza quella messa a punto dal fortunatissimo “The Satanist”, fatta di aggressioni deraglianti, pathos luciferino e rivoli di puro e semplice gothic rock, e viene innestata dai Nostri su una tracklist che sceglie di percorrere una strada meno diretta e bombastica rispetto a quella del 2014. Un profondo respiro prima di abbandonarsi alle ombre del crepuscolo e alle sue tentazioni. Un momento di raccoglimento nel cuore di una tempesta che squassa il petto e lo spirito. Non che i Behemoth abbiano del tutto accantonato i trademark che li hanno resi un’istituzione del genere (basti sentire i blast beat lancinanti del singolo “God=Dog” o di “Angelvs XIII”), ma è innegabile come il focus dell’opera si rivolga altrove, dando ampio risalto a parentesi maestose e controllate che, se da un lato stemperano la ferocia tout court, dall’altro mettono la band nelle condizioni di giocare molto più con sfumature e chiaroscuri. Parliamo della combinazione di chitarre acustiche, cori liturgici e orchestrazioni di “Ecclesia Diabolica Catholica”, delle ritmiche viscerali di “Bartzabel” e soprattutto dello struggente climax di “Havohej Pantocrator”, forse il brano principe dell’album con il suo incedere da ballad ante litteram, all’interno del quale è di nuovo impossibile non avvertire l’influsso dei migliori Fields of the Nephilim.
In definitiva, anche se la freschezza e le hit istantanee del suddetto “The Satanist” non vengono qui replicate, “I Loved You…” si conferma l’ennesimo disco di valore di una carriera pressoché esente da punti bassi. Un attestato di carisma e cura nei dettagli che appassionerà, dividerà e – non ultimo – lascerà un segno nella memoria dell’ascoltatore. Come sempre quando si parla di Darski e compagni.