8.5
- Band: BEHEMOTH
- Durata: 00:44:17
- Disponibile dal: 07/02/2014
- Etichetta:
- Nuclear Blast
- Distributore: Warner Bros
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Nascita. Ascesa. Caduta. Resurrezione. Strano destino quello spettato ai polacchi Behemoth, che da semplici promesse dell’underground europeo hanno saputo assurgere nel giro di pochissimi anni allo status di prime donne del firmamento estremo mondiale, lambendo vette di popolarità impensabili per una formazione prettamente black/death. Tour incessanti, dischi curati tanto nella forma quanto nella sostanza ed una presenza scenica dall’impatto mostruoso hanno rappresentato la chiave di volta nell’incredibile parabola artistica dei Nostri, culminata con l’entrata nel roster del colosso Nuclear Blast e con un’opera, “Evangelion”, accolta trionfalmente sia dal pubblico che dalla critica. Poi, nell’agosto 2010, la tragica notizia della leucemia di Nergal, il lungo ricovero ospedaliero, il trapianto di midollo spinale come ultima ancora di salvezza. Mesi bui, sospesi tra paura e sofferenza, lacrime ed incertezze, con la band ridotta in ginocchio all’apice del successo e della visibilità mediatica. Oggi, sconfitta una volta per tutte la malattia e cavalcando l’onda di un’attesa febbrile, giunge finalmente il momento per i Behemoth di sollevarsi dalle proprie ceneri, dando alle luce un full-length – il qui presente “The Satanist” – che è anche il più viscerale ed emozionante della loro carriera. Un frammento incandescente di vita e spiritualità, prima ancora che una mera raccolta di brani, in cui il dramma umano che ha coinvolto l’istrionico frontman è messo al servizio di un songwriting fluido ed ispiratissimo, intento a recuperare certe sanguinarie istanze black metal degli esordi da un lato, e ad accogliere nuovi elementi musicali dall’altro. Difficile parlare di evoluzione in senso stretto, specie se – come in questo caso – la diretta interessata è una creatura dallo stile ormai codificato, ciò nonostante è innegabile la volontà da parte del quartetto di non ripetersi, esplorando nuovi sentieri con l’ausilio di una produzione mastodontica, che eleva alla massima potenza la sontuosità del sound e degli arrangiamenti. Un trionfo uditivo dal sapore quasi orchestrale, in cui voce, chitarra, basso e batteria fluiscono calde ed inarrestabili dalle casse, bilanciate tra loro da un mixaggio che non lascia nulla di intentato o al caso. Venendo finalmente alla musica, la tracklist alterna spaventosi assalti all’arma bianca, scanditi dai blast-beat penetranti di un ineccepibile Inferno dietro ai tamburi, ed episodi più controllati – primo fra tutti la titletrack – dove velati influssi gothic rock e cadenze lineari hanno modo di combinarsi con il death metal annerito del gruppo, in un’orgia di ritmiche fluide e melodie cangianti. Il meglio, ad ogni modo, i Behemoth lo riservano per il finale, dando libero sfogo all’ego smisurato del loro leader con una composizione, la splendida “O Father O Satan O Sun!”, che è un po’ la summa concettuale dell’intera opera; un inno cosmico di inesauribile intensità, intarsiato di cori, fiati e linee vocali sentitissime. Di fronte a tanta opulenza la concorrenza è letteralmente polverizzata e gli ultimi dischi della band – i comunque ottimi “Demigod”, “The Apostasy” ed “Evangelion” – sminuiti alla luce di una varietà di stili mai lambita in precedenza e di una cura per la forma canzone mai così affinata. Talento visionario e cristallino, tradotto nel non plus ultra della musica estrema moderna. Questi sono i Behemoth, questo è “The Satanist”: il battito d’ali infuocato di una fenice che reclama il proprio predominio sul mondo. Assolutamente imperdibile.