8.0
- Band: BEHEXEN
- Durata: 00:55:59
- Disponibile dal: 05/27/2016
- Etichetta:
- Debemur Morti
- Distributore: Audioglobe
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Signore e signori, date il benvenuto all’album black metal del 2016. A consegnarcelo direttamente dalle tenebre dell’Inferno – guarda caso – sono loro, i Behexen, tra gli ultimi veri esponenti del culto della nera fiamma, giunti con “The Poisonous Path” alla quinta prova sulla lunga distanza in oltre vent’anni di carriera. Un’opera sinistra a squisitamente avvolgente, in cui attenzione per i dettagli, songwriting ispiratissimo e cieco fanatismo (ovviamente di natura satanica) confluiscono in una tracklist di rara intensità e malvagità, da considerarsi come uno dei punti più alti mai raggiunti dalla formazione finlandese. Stilisticamente, poco o nulla è cambiato rispetto al passato: il quartetto prosegue nel solco tracciato dalle vecchie release, con un occhio di riguardo per la ferocia e l’atmosfera ritualistica del precedente “Nightside Emanations”, ma riesce addirittura a superarsi in termini di espressività e dinamismo, lambendo una gamma pressoché infinita di sfumature apocalittiche e diaboliche. La coppia di chitarristi formata da Shatraug e Wraath è ormai diventata un’attenta protettrice del suono dei Behexen, e il suo tocco inconfondibile viene subito svelato dalla traccia apripista, in cui un riffing brutale e terremotante, non privo di reminiscenze death metal, si amalgama in scioltezza con crescendo melodici di accecante intensità, perfetti contraltari alle ritmiche severissime di Horns e allo screaming invasato di Hoath Torog. Un discorso allargabile all’intero lotto di brani, declinato a seconda delle esigenze in una veste ora più spoglia e viscerale (l’uptempo di “Tyrant of Luminous Darkness”, i cori di “Pentagram of the Black Earth”, ecc.), ora più epica e trascinante, con episodi come “Cave of the Dark Dreams”, “Chalice of the Abyssal Water” e soprattutto “Umbra Luciferi” a svettare per il loro alone magico e la ricchezza delle loro strutture, vivida testimonianza di una band all’apice della forma e dell’ispirazione. “The Poisonous Path” è il Male che si agita nelle profondità insondabili dell’Abisso, la manifestazione di un suono agghiacciante e incompromissorio, la riprova di come, attingendo semplicemente dal fondo della propria anima dannata, sia ancora possibile confezionare piccoli capolavori. Un’opera inattaccabile e, per certi versi, necessaria.