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- Band: BEHOLDER
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Un’eccellente nuova band si affaccia sulla scena metal italiana! I Beholder, gruppo formatosi alla fine del 1998 e composto da ben sette elementi, dopo due demo e un cd riservato agli addetti ai lavori, ci presentano questo album intitolato “The Legend Begins”. Un’intro che ricorda la colonna sonora del film Braveheart fa da apripista per “The Ring Of Freedom” tipica power song in cui le voci di Patrick Wire e Leanan Sidhe alternano rabbia a melodia, aggressività a drammaticità. Non aspettatevi però che la band milanese proponga uno stile clone dei soliti Helloween e Gamma Ray, perché già in “Ivory Tower” si presentano chiari segni di riferimento ad un heavy metal di vecchio stampo ed in particolare a quello dei nostrani Domine. “Call For Revenge” per chi scrive rappresenta la punta di diamante di questo album, le tastiere assumono un ruolo di secondo piano rispetto al validissimo lavoro che Markus Mayer e Matt Treasure propongono con le loro chitarre, sempre amalgamate con i duetti vocali dei due singers. Proprio l’inesperienza dei cantanti è forse il punto debole di un disco ricco di canzoni ad alti livelli compositivi: la bella e soave voce di Leanan Sidhe manca di un qualche virtuosismo tecnico in più, mentre l’aggressività di Patrick non riesce a nascondere una voce forse poco versatile, alla lunga stancante, per questo genere di musica. Un grosso elogio va invece alla produzione, affidata a Marco Cecconi dei Power Symphony: allontanandosi dai classici stilemi del symphonic metal, questo disco suona molto più potente e diretto, in particolare le chitarre sembrano fuoriuscite da un vecchio album dei gloriosi eighties.I riferimenti attuali però non mancano, “The Ancient Prophecy – The Journey” è un breve intermezzo dalle spiccate influenze “Rhapsodiane” mentre la successiva ”The Ancient Prohpecy – The Oath”, efficacissimo inno power-epic ricorda, specialmente nelle linee vocali, i Nocturnal Rites dei bei tempi che furono. Gli anni 80 tornano ancora una volta in “The Fallen Kingdom”, perla di epicità e maestosità, con assoli fulminanti ed un’orchestrazione degna dei migliori Virgin Steele o Blind Guardian, ma che non scade mai nel banale. Discreta la toccante ballad “Until Darkness Falls”, mentre la conclusiva “Chains Of Fate” si apre con un riff degno dei miei amati Runnig Wild e prosegue amalgamando tutte quelle caratteristiche che i Beholder hanno mostrato in questi 47 minuti di piacevolissima musica, inutile dire che hanno fatto ancora centro. In definitiva un’altra valida band italiana ha dato conferma che questo 2001 sarà un anno all’insegna del metal tricolore. Il magico triangolo formato da Highlord, Secret Sphere e Beholder darà del filo da torcere ai grandi mostri sacri già da tempo affermati, specialmente se si riusciranno a risolvere quei piccoli problemi dettati, come ho detto prima, dalla mancanza di esperienza. Signore e signori, la leggenda è iniziata…