BEKËTH NEXËHMÜ – De Evigas Gravrit

Pubblicato il 02/04/2022 da
voto
7.0
  • Band: BEKËTH NEXËHMÜ
  • Durata: 00:56:39
  • Disponibile dal: 10/04/2022
  • Etichetta:
  • Purity Through Fire

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Prosegue incessante la ricerca dei Bekëth Nexëhmü verso un ambient black metal mesto e avvolgente. Quello qui presentato è, a quanto pare, il primo di ben quattro album ‘di addio’ che il misterioso progetto svedese ha messo in cantiere prima di cessare ogni attività, i quali dovrebbero tutti vedere la luce nel corso del 2022. Il contenuto di “De Evigas Gravrit” sembra sia stato composto addirittura nel 2011, ma tutte le canzoni sono state effettivamente completate e registrate soltanto negli ultimi anni, seguendo il solito modus operandi del leader Swartadauþuz, il quale è da tempo noto per la sua prolificità, ma anche per la sua tendenza ad avviare velocemente progetti che conseguentemente vengono messi da parte con altrettanta facilità. Soprattutto nei Bekëth Nexëhmü, i piani temporali – passato, presente, futuro – tendono a fondersi, anche se va comunque detto che il musicista scandinavo abbia nel corso della carriera mantenuto una certa coerenza di stile e approccio, mettendo insieme una mole impressionante di materiale che quasi sempre dà l’idea di essere un vero e proprio allestimento narrativo, un cerimoniale di magia e sospensione che si snoda come una preghiera di espiazione, accompagnata da chitarre zanzarose, da percussioni e riverberi inusuali, che scandiscono un incedere inquieto.
Rispetto al precedente “De Fornas Likgaldrar”, uscito soltanto pochi mesi fa, qui Swartadauþuz sembra avere voluto concentrare solo episodi dal mood particolarmente malinconico, forse con l’idea di confezionare la sua opera più melodica e al tempo stesso uggiosa. “De Evigas Gravrit” procede prevalentemente su tempi lenti ed è un susseguirsi di sonorità che trasportano lontano dalla vile realtà quotidiana, proiettandoci in un universo nebbioso in cui il dolore sembra essere il vero protagonista.
Con brani dalla durata media di sette/otto minuti, il polistrumentista si impegna nella creazione di inquietudini notturne, ulteriormente amplificate da fruscii e da interventi di lontane voci straziate. Ancora una volta, il suono ricorda una combinazione di Burzum e Paysage d’Hiver, con poche pennellate di melodia in grado di assorbire la piena partecipazione sensoriale. Una certa monotonia di fondo qui appare cercata, come parte di un’idea di trance con la quale i Bekëth Nexëhmü flirtano da sempre. Viene perciò difficile segnalare una traccia anziché un’altra: il disco va preso come una singola, lunga, esperienza immersiva, da vivere preferibilmente al buio. Chi ha familiarità con il progetto, tutto sommato saprà già cosa aspettarsi e come procedere; tutti gli altri si armino di pazienza e si preparino a sperimentare un black metal sfuggente e altamente meditativo.

TRACKLIST

  1. Köldens Storm (Intro)
  2. Vid Dödens Rike
  3. Blodskammets Guld
  4. Nordlandets Tron
  5. I Frostens Kyla
  6. Vargens Stig Evigt Vandra
  7. Furstens Evighet
  8. Under Ondskans Tecken
  9. Vision af Hels Prakt
  10. Vinternattens Dunkel (Outro)
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