7.5
- Band: BE'LAKOR
- Durata: 00:56:15
- Disponibile dal: 04/06/2012
- Etichetta:
- Kolony Records
- Distributore: Masterpiece
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A quasi tre anni di distanza dal fortunato “Stone’s Reach”, tornano gli australiani Be’lakor con un monumentale nuovo album di quasi sessanta minuti. Otto canzoni che non smettono di colpire ascolto dopo ascolto. “Of Breath And Bone” vive infatti di una serie di tracce che, a dispetto di una lunghezza a tratti forse un po’ eccessiva, rivisitano il cosiddetto melodic death metal con un gusto e una padronanza che di questi tempi è arduo scovare persino in Svezia. Sulla grigia “Abeyance” la voce tormentata di George Kosmas annuncia la fine delle illusioni, mentre le chitarre e le tastiere tessono le prime trame di una tela che si preannuncia più intricata di quanto fosse lecito aspettarsi. Se infatti il comunque più che ispirato brano in questione si muove per ampi tratti su coordinate che una band come gli Insomnium ha già fatto proprie da qualche anno a questa parte – vale a dire una rielaborazione in chiave più controllata e malinconica del sound dei soliti vecchi maestri di Gothenburg – alcuni dei successivi episodi della tracklist mettono in mostra un songwriting più sfaccettato e sinuoso, che spesso si apre a melodie di matrice prog e midtempo corposi che riportano alla mente il Dan Swanö solista o quanto fatto da quest’ultimo a nome Edge Of Sanity su “Crimson II”. In particolare, un pezzo come “Absit Omen” si rivela irresistibile nel suo cambiare continuamente le carte in tavola, pur mantenendosi all’interno dei familiari confini di tutto ciò che può essere definito “death metal melodico”. Non mancano infine accenni di melodic doom, vagamente alla Rapture, che immergono il disco in un’atmosfera ancora più romantica, nonostante qua e là i ragazzi non dimentichino qualche sana accelerazione vecchia scuola, utilissime per non far scadere le tracce in una serie di riflessioni una più mesta dell’altra, che alla lunga potrebbero sfiancare anche l’ascoltatore più infervorato. Difatti, la pecca principale di “Of Breath And Bone” risiede essenzialmente nella prolissità di alcuni brani, nei quali i ragazzi legano assieme riff dopo riff, perdendo un pochino di vista l’efficacia complessiva. In ogni caso, questa nuova fatica targata Be’lakor rimane un disco particolarmente emozionale, da ascolto notturno e dal quale lasciarsi trasportare, quasi galleggiando sulle sue liquidità. Pur non offrendo elementi di novità rispetto ai canoni del genere, ne rappresenta comunque una rivisitazione di gran livello, oltre a dare prova della grande professionalità dei suoi autori.