7.5
- Band: BELLADONNA
- Durata: 00:49:10
- Disponibile dal: 18/04/2013
- Distributore: Goodfellas
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Lontani dalle evanescenze così dilatate del precedente “And There Was Light”, un suono più maturo – e diretto – domina questo “Shooting Dice With God”. La voce di Luana è sempre teatrale ed evocativa, particolarmente riusciti gli arrangiamenti di tastiere di Valentina De Lullis e del patriarca Dani Macchi. Il noir di reminiscenze hitchcockiane e rimandi al buon vecchio Poe, conditi di rock, teatralità e spicchi di ritmi più aggressivi vicini a qualche gothic metal, rimangono i tratti fondamentali del sound Belladonna. Introdotti dalla opener “All Is Vanity” ritroviamo infatti queste caratteristiche di estetica rock noir, non riconducibile solo a musica e testo, ma anche ad immagini, evocazioni, spiritualità, erotismo. Il secondo brano, “Karma Warrior”, da cui è stato tratto il video, è il singolo del disco: ispirata a Smokin’ Joe, Joe Frazier, acerrimo avversario di Muhammad Alì, la canzone riesce ad incontrare ottimi riscontri fin dal primo ascolto, risultando accattivante e decisa, di facile presa eppure non scontata. Proprio questa è forse una delle caratteristiche più importanti per questo nuovo lavoro, ovvero la facilità con cui le canzoni si imprimono nell’ascoltatore, lasciando però quell’amaro retrogusto che ci porta a ripremere il ‘play’ e rituffarci in questa atmosfera e riascoltare i brani per coglierne altre profondità, angoli nascosti, sensazioni nuove, e forse qui è il punto in cui ci si conferma la solidità e maturità di composizione che i romani hanno raggiunto al quarto sigillo discografico. Sempre indipendente(mente). La dolcezza di “If I Was God”, i riff hard rock di impatto di “Ishtar Blues”, dove Siouxsie And The Banshees incontrano qualche spunto industrial di Nine Inch Nails, l’horror gotico alla Dario Argento di “In My Demons’ Name”, le atmosfere a là Lost Highways di “Aura Blues”, le reminiscenze delle dive decadenti nella stupenda “Wonderlust”, dove Luana sembra una Patty Pravo maledetta che canticchia davanti ad un bicchiere d’assenzio mentre viene ritratta da Degas. Il rifarci ad immagini poetiche è chiamato, dovuto, un passaggio obbligato che i Belladonna, in particolare con questo “Shooting Dice With God”, riescono a costringerci a fare. Un progetto che merita di essere scoperto, ascoltato con attenzione, goduto, assimilato. Un altro tassello importante nella carriera di una delle realtà più significative del panorama musicale nostrano. “Out of sight, out of reach / all I had wasn’t hard to ditch / left the thorns, kept the rose / I am gone, rebel without pause”.