6.5
- Band: BELPHEGOR
- Durata: 00:36:13
- Disponibile dal: 11/12/2003
- Etichetta:
- Napalm Records
- Distributore: Audioglobe
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Finalmente i Belphegor sono riusciti ad accasarsi in una etichetta cui potranno affidare le loro speranze di poter, una volta tanto, ricevere una discreta visibilità. Grazie ad una lunga carriera il gruppo non ha bisogno di presentazioni, dopo tanti lavori passati più o meno in sordina ecco “Lucifer Incestus”. La Napalm sta cercando di rimpiazzare (o trovare gli eredi) quei gruppi che tanta fortuna hanno portato all’etichetta di Eisenerz, Tristania e Abigor su tutti. La ricerca dei nuovi Tristania è spasmodica, ma al momento non ha dato i frutti sperati; dopo l’abbandono ufficiale dal mondo della musica di Peter e i suoi Abigor, la Napalm si è subito data da fare per tappare il vuoto. Stavolta l’occhio si è posato sulla scena nazionale in cui da anni brancolavano i Belphegor. “Lucifer Incestus” è all’apparenza un prodotto competitivo, curato nei mini dettagli, i Belphegor hanno anche fatto dei validi passi in avanti, ma non è di sicuro con un black metal troppo standardizzato che si può tentare di scalare la notorietà di tutto il globo black metal, specialmente ora che si assiste alla nascita di molte band validissime. I Belphegor non hanno fronzoli, il loro black metal è blasfemo e diretto, semplice, nudo e crudo. Il trademark seguito è quello di Marduk e Black Funeral, in “The Goatchrist” e nella bella lenta parte finale di “Demonic Staccato Erection” fanno la loro comparsa elementari tastiere; un apporto di pochi secondi atto a dare un po’ di enfasi e due precise parti che necessitano di un supporto extra per creare la giusta atmosfera demoniaca. Inutile dire che l’idea è tutto tranne che innovatrice, i Belphegor hanno solo cercato in questo loro ultimo album di essere più completi che mai e losforzo va apprezzato. La qualità all’interno del cd varia, ci sono alcuni buoni brani come quelli sopra menzionati e altri meno, troppo scolastici. Quando rallentano, questi austriaci dimostrano di avere anche qualche buona idea, oltre ad essere dotati di discrete ispirazioni per comporre i riff di chitarra (essenziali nell’economia del gruppo), così la conclusiva e apocalittica “Fleishrequiem 69 (Outro)” diventa il miglior marchio di “Lucifer Incestus”. Certo, la musica degli Abigor era molto differente, ma forse lo era anche la qualità. Brutti e fatti a casaccio gli assoli di questo cd, purtroppo non sempre l’influsso degli Slayer è positivo. Un cd che si lascia ascoltare, ma davvero non è nulla di memorabile.
