7.0
- Band: BENEATH THE STORM
- Durata: 01:02:24
- Disponibile dal: 02/06/2014
- Etichetta:
- Argonauta Records
- Distributore: Goodfellas
Spotify:
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Secondo disco in meno di un anno per la prolifica one-man band exteme doom slovena Beneath The Storm. Il seguito al primo “Temples of Doom” pubblicato nel 2013 prende vita ancora una volta all’insegna della continuità totale e, come se nulla fosse, il talentuoso e misterioso Shimon ricalca il solco precedente andando ancora una volta ad esplorare tombali e luridi abissi funeral-industrial doom, incentrando il suo output creativo sulla creazione di vaste e tortuose ramificazioni doom che prendono una miriade di direzioni diverse. Si va dal funeral doom vero e proprio in pieno stile Mournful Congregation e Skepticism, si esplora lo sludge doom più lercio e malsano dei Whitehorse e dei Corrupted, si gira la boa del death doom primordiale di Disembowelment e Winter e, infine, si va a parare anche nei pressi del gothic doom più depresso e inconsolabile dei primi My Dying Bride e Paradise lost, senza disdegnare neanche passaggi in ambiti più cibernetici, citando con disinvoltura Godflesh e Batillus in primis, ma anche e soprattuto il lato più estremo di questa frangia cibernetica, ovvero Necro Deathmort e Black Boned Angel. Quest’ultimo aspetto più industriale dei Nostri va riscontrato sì nell’ampio soundscaping e nelle profondissime iniezioni di sampler e tastiere, ma soprattutto nell’uso massiccio che Shimon fa delle drum machine, probabilmente l’unico vero mezzo a disposizione del musicista per dare alla sua musica un cuore pulsante e uno straccio di ritmica, caratteristica questa indispensabile per non ridurre il lavoro ad un semplice album drone, tanto la metrica è schiava della lentezza e dello stallo più atroce che si possa immaginare. Il prodotto è buono, e nonostante giunga a distanza così ravvicinata dal capitolo precedente, Shimon ha saputo mantenere a fuoco le idee e non perdere il lume dell’ispirazione, sprigionando infine una forza interiore davvero notevole e utile alla meterializzazione di un risultato finale che mostra tonnellate di cuore e dedizione e che sembra mosso da intenti davvero girevoli.