7.0
- Band: BENIGHTED
- Durata: 00:45:03
- Disponibile dal: 21/03/2011
- Etichetta:
- Season Of Mist
- Distributore: Audioglobe
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Quattro anni. Tanto è passato dall’uscita dell’ottimo “Icon”, precedente fatica dei Benighted. Quattro anni durante i quali i nostri hanno suonato live, hanno cambiato casa discografica e si sono occupati della stesura di questo nuovo “Asylum Cave”, complesso concept album incentrato sulla figura di un uomo schizofrenico ossessionato dalla figura di Josef Fritzl, l’ingegnere austriaco che ha segregato la figlia Elisabeth in un bunker di sua costruzione per ventiquattro anni ed ha abusato di lei in modo continuativo, facendole dare alla luce sette figli. Un’attesa così lunga, unita all’utilizzo di una tematica tanto delicata e morbosa, può far pensare da subito che i francesi abbiano dato alla luce un album capolavoro: purtroppo così non è, anche se nella loro musica come sempre sono riscontrabili grandi motivi di interesse. Innanzitutto va segnalato che i ragazzi sono tra le band che hanno meglio reinterpretato la lezione degli Slipknot e di certo nu metal novantiano, e sono stati in grado di filtrare queste influenze secondo la loro ottica e di innestarle sul death grind che da sempre li contraddistingue, guadagnandone infinitamente in pesantezza sonora; un brano esemplificativo di tutto questo è “Fritzl”, sorta di incrocio deviato tra la band di Corey Taylor (era “Iowa”) ed i Despised Icon. Secondariamente, il tasso tecnico dei nostri e la loro perizia strumentale crescono esponenzialmente album dopo album ed arrivano qui a toccare il loro apice. Nonostante ciò, o forse proprio a causa di questo, non tutto funziona a dovere in “Asylum Cave”: alcuni brani, con la loro voglia di stupire, finiscono per disorientare e distrarre l’ascoltatore a causa dei troppi cambi di tempo, alcuni dei quali non particolarmente felici, come succede nella title track o in “Unborn Infected Children”. Altre volte la ricerca spasmodica del breakdown schiacciasassi pare volere richiamare quella frangia giovanile maggiormente avvezza a questi espedienti (“A Quiet Day”, “Darkness Descend”). Di buono invece troviamo degli inserti marcissimi mutuati da band quali Impaled o Exhumed, perfettamente ravvisabili in “Let The Blood Spill Between My Broken Teeth”, oppure episodi dall’attitudine maggiormente grind e con meno fronzoli quali “Swallow” e “Lethal Merycism”. Nel mezzo abbiamo a che fare con una sorta di versione potenziata ed ipervitaminizzata dei Benighted stessi, con il loro ibrido di death classico e grindcore che richiama alla mente Dying Fetus, Cephalic Carnage e Despised Icon. L’episodio migliore del lotto è “Hostile”, grind death in principio quasi anarchico ma che pian piano mostra uno sviluppo logico e mette in mostra tutto l’istrionismo dei ragazzi, che si scioglie nello splendido break che prelude al finale di matrice quasi goticheggiante. Bene quindi, ma non benissimo come si sarebbe sperato. A nostro parere “Icon” rimane meglio costruito e più fruibile, ma ci rimane il dubbio che “Asylum Cave” sia volutamente schizoide fino all’eccesso per esigenze di concept. E da questo punto di vista possiamo dire che mai colonna sonora fu più appropriata per descrivere gli stadi della schizofrenia.