7.0
- Band: BENIGHTED
- Durata: 00:39:24
- Disponibile dal: 10/04/2020
- Etichetta:
- Season Of Mist
- Distributore: Audioglobe
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Uno dei più grandi pregi dei Benighted è sempre stato quello di correre sul baratro del kitsch e della degenerazione riuscendo puntualmente a salvarsi grazie a ottime trovate in sede di songwriting e alla capacità (rara) di coniugare parossismo e orecchiabilità in dischi curati nei minimi dettagli. “Obscene Repressed”, che arriva fra noi a tre anni di distanza dal fortunato “Necrobreed”, non costituisce affatto un’eccezione alla regola: registrati gli ingressi di Kévin Paradis (ex Svart Crown) dietro ai tamburi e del chitarrista Fabien Desgardins, il gruppo francese regala alla sua sempre più vasta fanbase un pugno di brani intenti a delineare un concept psicotico sullo sfondo di un death/grind vigoroso e moderno, andando a miscelare Aborted, Cattle Decapitation e Despised Icon con l’esperienza e la padronanza tecnica che ormai lo contraddistinguono.
Innanzitutto, a questo appuntamento preme davvero sottolineare la bontà dei suoni: la produzione dei Kohlekeller Studio è quanto di più caldo e meticoloso abbia mai racchiuso le composizioni dei Nostri, rinunciando alla freddezza digitale che sovente caratterizza opere del genere in favore di un approccio organico e sincero, il quale esalta il tocco dei musicisti coinvolti. Un altro aspetto rilevante è poi rappresentato dalla performance di Julien Truchan, deus ex machina del progetto le cui linee vocali rendono una canzone dei Benighted riconoscibile nel giro di pochi secondi, in un’alternanza inamovibile di growl, pig squeal, scream e svariate altre tonalità intermedie.
Per il resto, la tracklist sfoggia il consueto numero di evoluzioni da capogiro e parentesi groovy, trasmettendo efficacia ma anche una caratterizzazione meno marcata rispetto a quella dei suoi immediati predecessori. Certo, la presenza di sua maestà Jamey Jasta sulla già nota “Implore the Negative”, oltre a sancire una volta per tutte la passione per l’hardcore dei ragazzi, dà subito nell’occhio, trasformando il suddetto episodio in una ‘hit’ alla pari delle vecchie “Experience Your Flesh” e “Let the Blood Spill Between My Broken Teeth”, ma non può essere preso come metro di paragone. I tempi delle contaminazioni deraglianti, degli improvvisi rimescolamenti di carte, sembrano finiti, e l’impressione nel 2020 è che la proposta della band d’oltralpe si sia assestata su un death/grind tanto muscolare quanto ‘standard’ a livello compositivo. Un flusso di blast beat e stacchi da demolizione totale a cui manca però un filo di personalità.
Appurato questo, lungi da noi dire che “Obscene Repressed” non funzioni: l’ascolto risulta scorrevole e divertente in ogni suo punto, e la promozione – complice l’energia trasmessa dalle varie “The Starving Beast”, “Scarecrow” e “Undivided Dismemberment” – è raggiunta senza troppi patemi. Chi li ha seguiti finora non resterà deluso.