BERIEDIR – Liminal Spaces

Pubblicato il 05/01/2025 da
voto
7.5
  • Band: BERIEDIR
  • Durata: 00:44:59
  • Disponibile dal: 10/01/2025
  • Etichetta:
  • Rockshots Records

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A distanza di tre anni dal precedente “Aqva”, i bergamaschi Beriedir tornano con “Liminal Spaces” e compiono un ulteriore distacco da quelle che erano le radici dei loro esordi, quel classico power metal dai risvolti epici (il loro nome prende sì spunto dalla lingua elfica di Tolkien e significa “Custode”, anche se l’accezione non riguarda solo di qualcuno che protegge e controlla l’esterno, ma che ha anche particolare cura della parte interiore dell’Io).
In effetti, pur non avendo compiuto cambi di formazione dal precedente disco (che non aveva lasciato però particolari pezzi da ricordare), con questo ultimo lavoro – sempre rifinito nella fase di mixing e mastering da Simone Mularoni (DGM) nei suoi Domination Studio – l’ascoltatore può apprezzare nuovi elementi, tra cui l’inserimento del growl e un taglio più melodic death metal.
Dieci pezzi, quindi, che mescolano il nuovo corso e consolidano il gusto per il power da un lato e certo progressive dall’altro, sia di derivazione nostrana (Skylark e Labyrinth, per citare alcune influenze), sia di respiro internazionale (Pain Of Salvation e Leprous, da cui hanno tratto idee). Così come per il precedente lavoro si poteva parlare quasi di un concept album, perché pur non avendo una storia che si sviluppava aveva bensì un tema a cui tutte le tracce rimandavano, allo stesso modo per “Liminal Spaces” i Beriedir eviscerano temi esistenziali quali la nostalgia, i traumi, l’isolamento e ci portano in un limbo tra la realtà e l’onirico.
L’uscita del nuovo disco è stata preceduta da due singoli, nonché i primi due brani che si trovano in apertura, “Halo” e “Neon”. Queste due canzoni sono infatti rappresentative del nuovo corso del quintetto: troviamo sempre la presenza importante della tastiera, suonata da Stefano Nüsperli, che è sia cantante dalla voce cristallina – ma che ora troviamo anche nel cantato growl – che maggior compositore di musiche e testi (nonostante in questo terzo lavoro si sia deciso per una composizione più corale e condivisa dai membri del gruppo).
Questa condivisione in fase di scrittura e questa nuova ricerca di suoni portano il disco verso una forma dalle molteplici sfaccettature, con parti più melanconiche e che rimandano più a sonorità simili a quelle dei Katatonia, come “As Tight As Phantoms Hold”, e altre che virano completamente e sprigionano potenza mescolando i Dark Tranquillity degli ultimi lavori e i Gojira di “Fortitude”, con un particolare plauso alla parte ritmica, come “In The Corner Of My Eyes” e “Massive”, dove si destreggiano bene Ciro Salvi alla batteria e Daniele Cantaboni al basso (per non dimenticare il suo assolo in “Burnout”).
Alle chitarre si dividono i compiti tra solista elettrica/acustica Francesco Ideo e Simone Bacchi Mottin, e sono numerosi i momenti in cui emergono le doti di ciascuno, tra assoli e accompagnamenti, come nella parte conclusiva in crescendo del bel brano “Anemoia”.
Il terzo album viene molte volte descritto come quello spartiacque nella carriera di molti gruppi: se prendiamo questo assunto come vero, i Beriedir avranno ora un buon futuro davanti a sé, perché questo “Liminal Spaces” non ricade su linee musicali codificate ma tende a esplorare soluzioni meno battute, facendo tesoro e rielaborando in accostamenti meno scontati quanto già composto da molti gruppi, italiani e non, che hanno creato generi e sottogeneri.
Forti di un uso preponderante della tastiera, i Nostri creano atmosfere che, pian piano, dal power e dal progressive nostrano li hanno portati verso lidi più scandinavi, su sponde che lambiscono appunto i contorni del death melodico e dalle quali si fanno contaminare, in una crescita di suoni già tangibile.

 

TRACKLIST

  1. Halo
  2. Neon
  3. In The Corner Of My Eyes
  4. As Tight As Phantoms Hold
  5. F.I.V.E.
  6. More Than Starlight
  7. Burnout
  8. Anemoia
  9. Massive
  10. In The Liminal Space
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