5.5
- Band: BERIEDIR
- Durata: 00:51:02
- Disponibile dal: 18/06/2018
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Power metal di scuola scandinava con un tocco progressivo in questo debutto targato Beriedir. La giovane band bergamasca, nata nel 2012 grazie ai fondatori Stefano Nusperli e Alessandro Manini, punta su ritmi elevati ed un forte uso di orchestrazioni per un sound che potrebbe ricordare primi Sonata Arctica, Celesty, Dragonforce, Dreamtale e Cellador anche se l’uso delle tastiere porta anche su territori power/prog italiani, strizzando l’occhio ad Highlord, Skylark e 4th Dimension. “The Path Beyond The Moon” ci mostra una band ancora acerba sotto alcuni punti di vista ma che mette in campo tutta la propria passione per questa musica dando vita ad un disco interessante ma destinato solamente agli amanti del genere. Insomma, è vero che di lavori come questo ne abbiamo incontrati a decine negli anni d’oro del melodic power metal a cavallo tra la fine degli anni Novanta e l’inizio del nuovo millennio, ma l’entusiasmo di questi giovani musicisti non può che farci tornare un po’ di malinconia grazie a queste sonorità che andavano per la maggiore in quegli anni e che ora sono quasi scomparse. Come detto però, ci sono sicuramente diversi aspetti da migliorare nel sound targato Beriedir a partire da una produzione non impeccabile per quanto riguarda pulizia e potenza, ma dopotutto parliamo di un disco d’esordio autoprodotto, quindi un occhio lo si può anche chiudere. Quello che meno convince è la prestazione del giovane frontman Stefano Nusperli, poco espressivo e troppo monocorde nelle sue linee vocali. Ma anche il songwriting scricchiola qua e là; in effetti tutti i brani si somigliano abbastanza e presentano ritmi vertiginosi, batteria che viaggia sparata a mille e tastiere sempre in primo piano. Insomma brani come “Skies Of Infinity”, “Interstellar”, “Third Chant”, ma potremmo citarne molti altri, viaggiano sugli stessi identici binari. Con “Damnatio Memoriae” si cercano atmosfere più epiche ma alla fine poco cambia e solamente “Event Horizon” nel finale riesce a smuovere un po’ le acque con cambi di tempo ed un songwrriting più ricercato. Il palato del power metal fan si è fatto sofisticato dopo tutti questi anni ed una montagna di produzioni alle spalle. Probabilmente nel 1999 o giù di lì, “The Path Beyond The Moon” avrebbe ricevuto attenzioni importanti, ma per il periodo in cui viviamo ora, questo lavoro risulta un po’ superato, per tutti i motivi descritti sopra. Ciò non toglie che fa piacere riassaporare queste sonorità passate ma servirà qualche accorgimento in più nel futuro dei Beriedir per riuscire a fare davvero centro.