6.0
- Band: BESTA
- Durata: 00:23:00
- Disponibile dal: 15/03/2019
- Etichetta:
- Lifeforce Records
- Distributore: Audioglobe
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Dopo Ancst e King Apathy, la Lifeforce torna a puntare sulle sonorità più ruvide dello spettro hardcore/metal. Questa volta è il turno dei Besta, quartetto di Lisbona che vede coinvolti il batterista Paulo Lafaia e il chitarrista Ricardo Correia dei sempre più lanciati Sinistro, qui alle prese con una fiumana di grind vecchia – vecchissima! – maniera dallo sviluppo e dalle aspirazioni del tutto impossibili da fraintendere. Un’aggressione che parla esclusivamente il linguaggio polemico, ridotto all’osso, di Napalm Death, Extreme Noise Terror e Discharge, in cui gli influssi puramente punk salgono spesso e volentieri in cattedra e le variazioni in termini di songwriting non sono poi così contemplate, per una tracklist di sedici brani (inclusa una cover di “The Regulator” dei Bad Brains) della durata-lampo di poco superiore ai venti minuti. Viste le premesse, è inutile sottolineare quanto l’efficacia e il livello di presa del guitar work siano fondamentali nell’economia di un disco come “Eterno Rancor”, rappresentando di fatto le uniche discriminanti tra una percezione di piattezza e un senso di esplosività durante l’ascolto, eppure è proprio su questi concetti base che i Besta sembrano vacillare. L’urgenza è chiaramente palpabile, complice una resa sonora azzeccatissima, ma questa finisce per schiantarsi contro un riffing senza infamia e senza lode che di rado si spinge oltre il mero compitino, ben lontano dalla dinamicità espressa da altri mattatori old school come P.L.F. e Mule Skinner. La sensazione è insomma quella di un’opera tanto aggressiva quanto superficiale, in cui il desiderio di buttarla in caciara ha il sopravvento sull’effettiva ispirazione alla base del tutto. Un tafferuglio mascherato da rivolta che, in quanto tale, è difficile prendere troppo sul serio.