BETWEEN THE BURIED AND ME – Automata I

Pubblicato il 10/04/2018 da
voto
7.0

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Approcciarsi all’ottava fatica in studio dei Between The Buried And Me non è di certo un compito semplice e crediamo che, mai come in questo caso, tale disamina meriti un’accurata premessa. “Automata I”, come il nome stesso ci racconta, è la prima parte di un concept album, la cui seconda parte vedrà la luce soltanto durante l’estate dell’anno in corso. Un’idea che, sotto un certo punto di vista, ha già fatto storcere il naso ad una certa frangia di pubblico, che potrebbe vedere questa scelta come una trovata commerciale, ma è pur vero che il futuro, o meglio l’attualità, è uno scenario dove dare alle stampe un album dalla durata di oltre un’ora potrebbe essere una scelta controproducente in quanto la seconda parte del disco finirebbe per essere ascoltata (e compresa) soltanto da pochi eletti. Se a questa considerazione – che è un’intuizione alla portata di tutti – si aggiunge anche il fatto che magari l’album per atmosfera, intenzione e sonorità, può effettivamente essere ‘spaccato’ in due, beh allora perché no? Fatta questa lunga, ma riteniamo doverosa, premessa, parliamo ora di cosa ci si deve aspettare da “Automata I”, un platter basato su un concept ancora una volta geniale: il tema centrale è uno scenario dove viene trovato il modo di rappresentare i sogni delle persone, ovvero l’ultimo baluardo della riservatezza dell’individuo umano, ormai così tanto abituato a sventolare ai quattro venti ogni particolare della propria vita privata. Musicalmente eravamo rimasti al sound abbastanza morbido e melodico di “Coma Ecliptic” e, contrariamente a quanto ci si possa aspettare, ecco che i Between The Buried And Me, tornano a picchiare e martellare con veemenza, risfoderando un sound talvolta crudo e cadenzato come non si sentiva da diverso tempo, con frangenti anche piuttosto lunghi (e intensi) di cantato in growl, lasciando le clean vocals solo ai momenti più cangianti e tipicamente poliedrici, vero e proprio marchio di fabbrica del Between The Buried And Me pensiero. In tutta sincerità, se si conosce in maniera approfondita tutto l’operato della band, in certi frangenti si può riscontrare un vago sentore di prevedibilità, nella loro natura istrionica e, passateci la contraddizione in termini, imprevedibile. Quello che però colpisce in un album che in qualche modo definiremmo ‘normale’, sebbene parlare di normalità per questa band è un concetto molto relativo, è l’intensità evocativa (sentite “Millions” per capire ciò di cui stiamo parlando), la loro capacità di risultare credibili e perfettamente a proprio agio in qualsiasi veste, in qualsiasi genere musicale decidano di cimentarsi in quel particolare frangente. Ciò che disarma è, ancora una volta, la capacità di far risultare ogni assurdo passaggio di atmosfera, perfettamente fluido e naturale. Ancora una volta rimaniamo stupiti e rapiti dalla bellezza delle linee melodiche vocali del solito incredibile Tommy Giles Rogers. “Automata I” è fondamentalmente un disco rassicurante, leggermente di mestiere a voler essere quasi pedanti, un album di una professionalità e di uno stile eccelsi, ma sostanzialmente è un lavoro per il quale non ci sentiamo di sperticarci in lodi entusiastiche in quanto, rispetto agli altri loro capitoli in studio, è meno strepitosamente geniale e imprevedibilmente assurdo. Detto ciò, riteniamo giusto precisare che tale valutazione risente anche del fatto che al momento si sta prendendo in esame soltanto il singolo capitolo: sarebbe fantastico infatti poter lasciare in sospeso la valutazione finale avendo sentito anche la sua seconda parte, ma visto che ciò non è possibile, crediamo per ora sia più ragionevole stare su una una valutazione leggermente più contenuta. Attendiamo a questo punto con ansia la seconda parte di “Automata”: conoscendoli potrebbe accadere letteralmente qualunque cosa.

TRACKLIST

  1. Condemned To The Gallows
  2. House Organ
  3. Yellow Eyes
  4. Millions
  5. Gold Distance
  6. Blot
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