8.0
- Band: BETWEEN THE BURIED AND ME
- Durata: 01:18:40
- Disponibile dal: 20/08/2021
- Etichetta:
- Sumerian Records
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I Between The Buried And Me sono sempre stati un’entità sfuggente: hanno pubblicato ormai dieci album, osannati da uno stuolo di fan che li adora e dalla critica musicale che stravede per la loro musica complessa e difficile, ma ignorati da chi – in un certo senso anche a ragione – non li capisce. Nel corso della loro lunga carriera, hanno dato alla luce diversi dischi che hanno ottenuto vario successo, ma tra questi sicuramente “Colors” occupa una posizione di rilievo: spesso citato dagli addetti ai lavori come riferimento nel genere, questo album ha conquistato riconoscimenti su alcune importanti testate come Kerrang!, Prog Magazine e Loudwire, sia in ambito metalcore sia in ambito progressive, dimostrando ancora una volta come la musica suonata dal quintetto della North Carolina sia trasversale e di non facile definizione. Oggi, a quattordici anni dalla pubblicazione di quello storico disco, i Between The Buried And Me decidono di dargli un seguito ed il risultato ,”Colors II”, potrebbe essere descritto nel modo più banale possibile come ‘il solito disco dei Between The Buried And Me’; non c’è soluzione migliore, infatti, per definire la nuova opera degli americani, che usare queste semplici parole. Ma una band del genere non è certamente avvezza a proporre qualcosa di banale, e ovviamente dietro questa operazione c’è qualcosa in più, un’ulteriore evoluzione: come lo stesso Tommy Rogers ha spiegato, il senso di non appartenenza ad alcuna scena è spesso stato un peso per la band che, una volta per tutte, ha deciso di liberarsene componendo il miglior disco possibile ed inserendo elementi di diversa origine in ogni brano, nella più assoluta libertà. E’ impossibile spiegare per filo e per segno cosa faccia parte dei dodici pezzi di “Colors II”, a meno di non prendersi una settimana di tempo e scrivere pagine e pagine di sterili commenti, che non riuscirebbero comunque a rendere l’idea in modo esaustivo. Come per la prima parte del loro disco più famoso, gli statunitensi hanno sfornato un’opera mastodontica, sia nella durata sia nei contenuti, in cui non esiste una forma ben definita e dove la materia sembra essere plasmata in modo del tutto casuale, eppure raramente si ha la sensazione di ascoltare qualcosa che sia fuori posto o anche semplicemente un passaggio forzato; quando l’anima prog della band sembra prendere il sopravvento (e qua succede più spesso che in passato) arriva improvvisa una sfuriata pesantissima a cambiare completamente il mood, e viceversa. Ed in mezzo, il mondo: echi di death metal, raffinatezze pop, i Queen degli anni ’70, gli eleganti ricami dei King Crimson, momenti jazzati, schegge di grind, il country; e la lista potrebbe continuare per ore. A far da collante, anche se forse in misura minore rispetto al passato, un metalcore fuori dagli schemi; un po’ come dei Meshuggah che per metà del tempo suonano la loro musica e per la restante metà suonano tutt’altro. Pezzi lunghi e complicati, che per essere assimilati necessitano di un ascolto attento e dedicato, minuti e minuti di follia che molti, senza uno sforzo adeguato, non capiranno. Certo, non stiamo parlando di un album perfetto, com’è naturale che sia per un’opera di queste proporzioni, ma d’altronde la sintesi non è mai stata e non sarà mai la dote migliore dei Between The Buried And Me; inoltre, e soprattutto, con delle ambizioni così elevate (e dopo vent’anni) viene anche a mancare l’effetto sorpresa che musica di questo tipo può generare, ma chi si approccerà a “Colors II” con la giusta attitudine si troverà di fronte all’ennesimo centro di una band che ha sempre avuto il coraggio di essere personale e riconoscibile, pur avendo la capacità di spostare ogni volta il limite un po’ più in là.