7.5
- Band: BETWEEN THE BURIED AND ME
- Durata: 01:10:02
- Disponibile dal: 13/06/2006
- Etichetta:
- Victory Records
- Distributore: Venus
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Gli album di cover sono, solitamente, una ‘brutta bestia’ per ogni gruppo che abbia voglia di cimentarsi nella loro realizzazione; e, sempre solitamente, si hanno risultati appena sufficienti o mediocri, sia quando gruppi di medio-bassa caratura coverizzano brani del mostro sacro di turno, sia quando il mostro sacro di turno si mostra generoso, diffondendo in tutto il mondo pezzi di compagini semi-sconosciute, ma tanto importanti per la crescita del succitato gruppone. Per fortuna e meno male, esistono i Between The Buried And Me! La schizzatissima band del North Carolina, autrice l’anno scorso del dirompente “Alaska”, concentrato travolgente di math-core fusionizzato all’ennesima potenza, mette in fila quattordici rifacimenti strepitosi ed esaltanti, sotto diversi punti di vista: innanzitutto, basta scorrere la tracklist e i nomi delle formazioni scelte dal quintetto, per rendersi conto dell’estrema duttilità dei BTBAM, cosa invero piuttosto immaginabile se solo si pensa al formicaio di influenze riscontrabile nei loro (peraltro personalissimi) dischi; ebbene, non è proprio da tutti permettersi di coverizzare, con brillante facilità e capacità tecniche sopra la media, formazioni così diverse fra loro, come possono essere Queen ed Earth Crisis, Blind Melon e Motley Crue! Tra nomi stra-conosciuti del metal tutto (Metallica, Sepultura, Pantera), residui nostalgici del crepuscolo del grunge (Soundgarden, Blind Melon, Smashing Pumpkins, Counting Crows), Dei scesi in terra (Pink Floyd, Queen, King Crimson) e pattuglie estemporanee di nomi comunque di gran richiamo (Depeche Mode, Motley Crue, Faith No More e, più in piccolo, Earth Crisis), i Between The Buried And Me scelgono di non calcare troppo la mano, non riversando sulle malcapitate tracce tutta la loro frenetica ansia sonora, bensì cercando di mantenere inalterato lo spirito del pezzo e andando a giocare – rimodernandone le forme – sugli arrangiamenti. Ovviamente, non sempre i nostri danno il meglio: ne sono esempio le versioni di “Territory” dei Sepultura e di “Bicycle Race” dei Queen, troppo vicine alle originali per essere davvero strabilianti. Ma attenzione: questa apparenza varrà un po’ per tutti gli altri brani, in quanto Tommy Rogers e compagni hanno davvero agito di fino, variando magari un paio di note di un riff, modificando gli assoli, interpretando in modo diverso le linee vocali…e quindi gli ascolti necessari a scoprire i molteplici interventi della band saranno per forza più del dovuto. Chi si aspettava una versione malatissima di “Us And Them”, forse rimarrà deluso, ma, soprattutto a favore dei metallari più duri e puri, bisogna comunque dire che “Blackened” in versione growl e “Cemetary Gates” dal cantato totalmente pulito valgono da sole il prezzo del disco. Stavolta lo si può proprio dire: un album di cover con i controfiocchi! Miracolo. E mezzo voto in più per la varietà della raccolta!