BETWEEN THE BURIED AND ME – The Silent Circus

Pubblicato il 02/01/2004 da
voto
8.0
  • Band: BETWEEN THE BURIED AND ME
  • Durata: 00:52:54
  • Disponibile dal: 21/10/2003
  • Etichetta:
  • Victory Records
  • Distributore: Get Smart

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Il quintetto statunitense si affaccia sul fin troppo inflazionato mercato dell’heavy metal con un lavoro alquanto interessante. Va subito notata la giovane età dei membri visto che sono poco più che ventenni, ma nonostante questo le idee su come vogliono sviluppare il loro concetto ce l’hanno, eccome! Musicalmente sono puttosto difficili da catalogare, dato che spaziano da un violento grind core di matrice moderna (quindi ben suonato e ben prodotto) a inserti melodici che possono ricordare gli Opeth di “Damnation” con un cantato pulito davvero convincente che, sfruttato ancor meglio sul prossimo lavoro, potrebbe risultare l’asso nella manica di questa band. Per chi ama la violenza tradotta in musica un brano come “Aesthetic” è pura goduria, e per chi preferisce momenti più rilassati e acustici, “(Shevanel, Take 2)” è un ottimo pezzo. Inoltre, “Lost Perfection” è una song che si snoda in due parti ed è un po’ la carta di identità di questo lavoro, ossia blast beat furiosi alternati a rallentamenti di stampo sabbathiano, controtempi schizzati, squarciati dalla delirante ugola del singer Tommy Rogers. “Camilla Rhodes” è un brano diretto, brutale, farcito di parsimoniosi campionamenti, che non guastano affatto il risultato, visto che la band è ben consapevole dei propri mezzi, dimostrando di non volersi chiudere in un qualsivoglia genere etichettabile. “Mordecai” spinge ancor di più sull’acceleratore, essendo una track da cardiopalma, evidenziando tutta la furia (intervallata da un gustoso break melodico, accompagnata da una sognante voce pulita) apparentemente non-sense, ma ben congegnata e studiata nei minimi particolari. Degna di nota è anche la lunga e intricata “Ad A Dglgmut”, nella quale risalta l’ottimo e vario lavoro dietro le pelli di Mark E. Castillo, che sorregge la pesante ritmica dettata con delirante metodo dai due chitarristi, dissolta da un break melodico di memoria “Opethiana”, per poi tornare sui propri passi. Conclude il lavoro la schizzata “The Need For Repetition”, song che sfiora i 14 minuti di durata, dove possiamo scorgere la summa delle intenzioni espresse dal giovane combo a stelle e strisce, con tutti i suoi (tanti) pregi, e (pochi) difetti, convinto che in futuro possano migliorarsi ancora per conquistare una nuova e più ampia fetta di pubblico con ampie vedute musicali, e senza alcun pregiudizio di base. Il futuro riparte da qui.

TRACKLIST

  1. Lost Perfection A) Coulrophobia
  2. B) Anablephobia
  3. Camilla Rhodes
  4. Mordecai
  5. Reaction
  6. (Shevanel Take 2)
  7. Ad A Dglgmut
  8. Destructo Spin
  9. Aesthetic
  10. The Need For Repetition
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