7.5
- Band: BEWITCHER
- Durata: 00:32:34
- Disponibile dal: 10/05/2019
- Etichetta:
- Shadow Kingdom Records
- Distributore: Audioglobe
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Secondo lavoro in studio per il trio statunitense che porta il nome dei Bewitcher, caratterizzato ancora una volta da una formula musicale che sicuramente farà la gioia degli amanti di band come Venom, Midnight, Aura Noir e così via. La differenze tra il nuovo “Under The Witching Cross” e l’esordio omonimo non sono particolarmente evidenti, ma d’altronde in prodotti di questo tipo è giusto che sia così; piuttosto, la prima caratteristica che è possibile riconoscere riguarda una sorta di raffinatezza e cura per i dettagli decisamente maggiore rispetto al passato, e questo è reso possibile anche da un’ottima produzione vecchia scuola, ma contemporaneamente in linea con gli standard moderni. Inoltre, anche nelle atmosfere si può percepire la volontà della band di mettere in musica qualcosa di sicuramente tamarro, metallico e blasfemo, come ben si addice a un disco di genere black/speed, ma decisamente più sfaccettato rispetto al leggermente più becero album uscito sul mercato tre anni fa.
L’essenza puramente speed metal è percepibile in ogni passaggio, accompagnata comunque da un gusto musicale piuttosto marcato e presente, enfatizzato da numerosi richiami al periodo d’oro del rock’n roll più arrabbiato, e naturalmente ci riferiamo ai grandissimi Motorhead! In fase solista le melodie non mancano, così come le capacità esecutive messe in mostra dal frontman Matt Litton (i nomi d’arte sono talmente lunghi che facciamo a meno di citarveli), e in generale in mezzo a tanta violenza c’è davvero parecchio spazio anche per un certo tipo di orecchiabilità. Ciò non toglie che velocità, adrenalina e furia nera siano comunque alla base delle otto tracce contenute in questo “Under The Witching Cross”, di cui non ci sentiamo di dire ce ne siano effettivamente alcune più riuscite di altre; questo perché la tracklist è come una sorta di pugno metallico che ci colpisce dritto nello stomaco, facendoci sputare letteralmente sangue, ma sempre con un leggero senso di goduria generale a permeare le nostre membra durante l’ascolto: a volte si rallenta leggermente il tempo, come in “In The Sign Of The Goat”, ma con le varie “Too Fast For The Flames”, “Rome Is On Fire” o con la stessa titletrack ci si sente quasi al centro di un conflitto a fuoco, con proiettili che volano ovunque e fiammate che esplodono a breve distanza.
In tutto questo, aggiungeteci pure una passione a dir poco palpabile per l’heavy metal a condire il tutto, lasciando perfettamente trasparire la grinta incrollabile che caratterizza il temperamento dei Bewitcher, il cui unico tallone d’Achille è da ricercare proprio in un dettaglio che, probabilmente, non influenzerà minimamente il giudizio del pubblico cui la band americana si rivolge: naturalmente, una carenza piuttosto evidente di originalità, anche se, tutto sommato, meno di quanto ci si potrebbe aspettare durante i primi istanti dell’ascolto.
Per dovere di oggettività dobbiamo far presente questo elemento, ma siamo ben consci che si tratta di un prodotto che non mira assolutamente a inventare niente, ma solo a sparare del sano metallo nero a velocità folle, con lo scopo di far rompere l’osso del collo e indolenzire i muscoli delle spalle agli estimatori, i quali, ne siamo certi, con quest’album troveranno davvero di che essere entusiasti.