8.0
- Band: BEYOND CREATION
- Durata: 00:50:23
- Disponibile dal: 12/10/2018
- Etichetta:
- Season Of Mist
- Distributore: Audioglobe
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A quattro anni di distanza dal fortunato “Earthborn Evolution”, ritornano i progressive death metallers canadesi Beyond Creation. L’uscita dalla band del bassista Dominc Lapointe (rientrato negli Augury) ha fatto tremare i fan della band, data l’importanza che ricopre il suono del basso per i Beyond Creation. Ma l’entrata nella band del giovane Hugo Doyon-Karout pare sopperire in maniera egregia a questa mancanza, non andando a snaturare il sound della band che lascia la maggior parte delle linee melodiche dei brani proprio al basso. A ben vedere si potrebbe persino dire che il rientro negli Augury di Lapointe ha giovato ad entrambe le band. Da un lato infatti gli Augury sono tornati sulle scene con un album molto bello nel suo genere, frenetico e sfrontato come ci si aspetta da loro. Dall’altro i Beyond Creation hanno trovato un bassista con un gusto melodico davvero notevole e, proprio questo, è probabilmente il fattore decisivo che rende il full-length, a parere di chi scrive, il migliore del gruppo. Se il difetto principale dei precedenti lavori del gruppo era infatti proprio la mancanza di un tratto distintivo, di un qualcosa che riuscisse a farci riconoscere in maniera inequivocabile i Nostri, con “Algorythm invece parrebbe essere stata trovata la chiusura del cerchio.
L’intreccio tra questo riffing di chitarra più controllato, meno urgente, rispetto al passato, unito all’incessante saliscendi di armonie di basso fretless, insieme ad un’intenzione differente di scrittura, più incentrata su fattori emozionali, piuttosto che su una spasmodica ricerca di velocità e cattiveria, rendono “Algorithm” un album davvero piacevole da ascoltare oltre che, ovviamente, suonato con un’eleganza notevole. Prendiamo uno dei brani più convincenti del lotto come “Ethereal Kingdom” ad esempio: arpeggio introduttivo e squisita parte centrale ricca di pathos e melodia, i suoi arpeggi acquosi e poi di nuovo un’esplosione cangiante verso il finale del brano che si chiude in maniera calma e controllata. Oggi nei Beyond Creation riusciamo a trovare quello che, in tutta sincerità, ci era un po’ mancato nei precedenti lavori: un’anima, una capacità di suscitare emozioni, una maggiore umanità in un genere che, spesso, rimane un po’ troppo freddo e distaccato. Un’uscita molto interessante, decisamente consigliata agli amanti di questo tipo di progressive death più ‘slow’ e controllato, alla Rivers Of Nihil, Fallujah e ultimi The Faceless.