7.5
- Band: BEYOND CREATION
- Durata: 00:52:40
- Disponibile dal: 12/04/2013
- Etichetta:
- Season Of Mist
- Distributore: Audioglobe
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La Season Of Mist sta salendo prepotentemente verso l’olimpo delle preferenze delle etichette discografiche di molti appassionati… e non c’è da stupirsi troppo, visto che, soprattutto negli ultimi anni, la label transalpina ha dato la possibilità di emergere a numerosi artisti underground di valore, evitando di puntare su fenomeni da baraccone del momento o sulle solite vecchie cariatiadi per andare sul sicuro (vero, Nuclear Blast?). Questa volta, la SOM si fa segnalare per aver deciso di pubblicare su larga scala il debut album dei techno-death metaller canadesi Beyond Creation, uscito originariamente nel 2011 e da allora al centro di grandissimi elogi nei circuiti death metal underground e sulle varie piattaforme in internet. Questi quattro giovani hanno scelto “The Aura” come titolo della loro prima opera sulla lunga distanza, un qualcosa di impalpabile che ben riassume il loro atteggiamento di massima apertura verso vari generi musicali. Il disco risponde in pieno a questa descrizione: c’è il lirismo degli assoli di Simon Girard e Kévin Chartré, ma vi sono anche le sferzate elettriche dei loro riff affilatissimi, tocchi di fusion, break acustici e altri sentori “free”, il tutto amalgamato sullo splendido tappeto ritmico del duo composto dal batterista Begin-Benoit (nel frattempo uscito dalla lineup) e dal bassista Dominic “Forest” Lapointe, quest’ultimo degno erede di Steve DiGiorgio e delle sue evoluzioni fretless. Senza dubbio, si tratta di un disco al quale ben si adatta l’appellativo di “progressive”, sia nell’accezione che viene data dai reduci dell’epopea del techno-death anni Novanta, sia in quella di effettiva fusione di stili e registri. Atheist, Cynic e Sadist sono tutti passaggi obbligatori per comprendere il background di “The Aura”, ma la produzione cristallina (in vero oggettivamente troppo fredda) e l’attitudine un po’ esibizionista dei ragazzi potranno facilmente riportare alla mente i più attuali Obscura, anche se riteniamo che i ragazzi canadesi al momento non abbiano ancora intenzione di staccarsi più di tanto da partiture (techno) death metal, come invece hanno lasciato intendere Steffen Kummerer e compagni sull’ultimo “Omnivium”. C’è chi ha gridato al capolavoro per descrivere “The Aura”, ma riteniamo che ai Beyond Creation manchi ancora un pochino di coesione e di senso pratico per centrare il bersaglio più grosso: il suono è eclettico, liquido e ricco di svariati crescendo di ottima fattura, tuttavia alcune canzoni non possiedono particolari appigli o parti molto memorizzabili, col risultato che può essere facile perdersi e faticare a riconoscere una traccia dall’altra. Le eccezioni ci sono e non sono poche – vedi, ad esempio, l’emozionante “Coexistence” – ma resta l’impressione che i Nostri abbiano le carte in regola per fare di meglio. “The Aura”, comunque, è e rimane un debutto assolutamente interessante, che in più punti pare proprio fatto su misura per tutti coloro che hanno nel cuore il metal (estremo) più tecnico e arioso.