7.0
- Band: BEYOND THE BLACK
- Durata: 00:42:05
- Disponibile dal: 13/01/2023
- Etichetta:
- Nuclear Blast
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Dopo i botti di Capodanno che ci hanno proiettato in questa nuova annata metallica, il 2023 sembra ingranare con fatica dal punto di vista musicale, almeno per quanto riguarda i generi maggiormente melodici: pochi i nomi grossi pronti a presentare qualcosa di nuovo e si scorgono solamente in lontananza le uscite davvero attese con impazienza. Ma per chi si ciba quotidianamente di queste sonorità i tedeschi Beyond The Black sono da sempre una buona valvola di sicurezza, avendo dalla loro un’inventiva non certo alle stelle ma una capacità oggettivamente elevata di comporre brani e dischi davvero accattivanti e piacevoli. Questo nuovo full-length, dal titolo omonimo, punta su composizioni dalla struttura piuttosto semplice – ancora più che in passato – con un minor uso di orchestrazioni sfarzose ed atmosfere gotiche a favore di melodie maggiormente d’impatto. Insomma, vista anche l’influenza mai nascosta verso i primi Within Temptation, “Beyond The Black” somiglia a quel nipotino che cerca di emulare lo zio preso come riferimento, che in questo caso sarebbe proprio quell’ottimo “The Silent Force” pubblicato dall’act olandese nel lontano 2004. E i Beyond The Black fanno come sempre tutto a regola d’arte: le melodie accattivanti di “Free Me” non lasciano certo indifferenti, così come le orchestrazioni gotiche e moderne che esplodono con vigore, accompagnate dai riff massicci di “Is There Anybody Out There” e l’incedere di “Winter Is Coming”, pezzo che scorre su ritmi frizzanti fino ad un refrain altamente canticchiabile. Le sonorità più moderne di “Reincarnation” mostrano qualche passaggio più tendente all’oscuro anche grazie all’uso di una voce growl, mentre l’immancabile e canonico brano lento dall’alto tasso emotivo arriva puntuale con “Wide Awake”. Difficile resistere all’esplosione melodica di “Into The Light”, brano straripante che riesce a conquistare grazie a linee vocali fragorose e coretti ben assestati. Semplice e diretta, “Dancing In The Dark” lascia presto spazio a “Raise Your Head” con il suo flavour settantiano, mentre la sinfonica “I Remember Dying” ha infine il compito di chiudere il disco con orchestrazioni e strumenti a fiato, in accompagnamento la voce cristallina della sempre brava cantante Jennifer Haben, autentica star durante tutto l’ascolto.
Semplice, diretto ma senza filler e pieno zeppo di brani intriganti: il quinto disco in studio della band di Mannheim è la prima, piccola gemma di questa nuova annata metallica.