5.0
- Band: BIANCA
- Durata: 00:43:53
- Disponibile dal: 31/10/2025
- Etichetta:
- Avantgarde Music
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Usciti allo scoperto solamente pochi mesi fa, i Bianca si presentano sulle scene con un omonimo album di debutto registrato da membri di band come Hideous Divinity e Nocturnal Depression e indirizzato verso delle intenzioni atmospheric black metal dal piglio moderno e contaminato.
La musica della band si tinge spesso infatti di pulsioni ambient inquiete e prolungate, che formano un continuo controappeso rispetto alle distorsioni e alla doppia cassa delle canzoni. La voce stessa, del resto, vive dello stesso dualismo, continuamente alternata tra eterei vocalizzi in pulito ed acide screaming vocals che, piuttosto arbitrariamente, irrompono in scena donando una crudezza insolita ad una proposta nel complesso decisamente più soft.
Lontana dalle produzioni infernali del black metal più ortodosso, “Abysmal” ci propone da subito un sound molto più freddo, digitale, interessato primariamente ad esaltare l’operato vocale ed interpretando il comparto musicale più come uno sfondo costante che non un attore vero e proprio dell’opera.
Momenti aggressivi, più pacati e convulsi si alternano senza un vero senso logico, portandoci al termine del brano alquanto frastornati; anche le iniziali suggestioni a là Depeche Mode di “Somniloquies” finiscono per infrangersi presto su tappeti di doppio pedale francamente fuori luogo, seguiti da altrettanto infelici blast-beat velocissimi su trame musicali inesistenti.
Non è certo la voglia di mischiare elementi inusuali (anche opposti tra loro) a non convincere, quanto la resa pratica che ne viene data, troppo confusionaria e poco incisiva. Anche gli stimoli rispettivamente più death metal di “Nachthexe” e più black metal di “Todestrieb” sembrano venire soffocati dalle continue pause atmosferiche che spezzano il ritmo, a volte con effetto, a volte con fastidio.
A conti fatti, si apprezza maggiormente i momenti in cui la band decide di rallentare un po’ i tempi e diventare più statuaria, come in gran parte di “Resonance”, o quando decide addirittura di enfatizzare un lato più semplice e rock-oriented come in “To The Twilight”, che chiude in maniera enigmatica un lavoro tuttavia troppo poco convincente.
La voglia di unire, sperimentare e stravolgere vari stili musicali è vincente per i Bianca, così come indubbie sono le doti esecutive di musicisti e cantante coinvolti, ma anche dopo vari ascolti non si riesce a carpire una linea comune di interpretazione che renda il disco un percorso congruo e coinvolgente, pur nel suo eclettismo: quel che rimane è un calcolato esercizio di stile, confezionato ad hoc e perfetto forse per un fugace ascolto su Spotify, ma preoccupantemente debole in termini di longevità.
